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RISERVATO AGLI OPERATORI FINANZIARI: guardatevi il video qui sopra a destra "Se Steve Jobs e Bill Gates" e se non vi riconoscete nella realtà italiana descritta e avete voglia di investire in un progetto enormemente meno dispendioso dell'Alitalia telefonate a Simonelli Editore: +390229010507. Oppure inviate una e-mail a: ed@simonel.com Gli operatori finanziari non italiani sono particolarmente benvenuti.
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La faccenda di quel sito, o portale che sia, su cui lo Stato ha investito 45 milioni di euro - sì, QUARANTACINQUE MILIONI DI EURO e forse più... - e che poi è finito nel nulla continua a farmi ribollire il sangue nelle vene. Non soltanto come cittadino di una Repubblica in cui la spesa pubblica è già fin troppo alta ed in cui si continua a dire che bisogna tagliare di qui e di là per ridurla ma anche come persona che dal 1995 si è buttato a testa bassa nel mondo delle cosiddette nuove tecnologie, che ha creduto e crede sempre di più nel Web e che si muove dentro il Web con la stessa passione di un topo goloso dentro una forma di formaggio grana.
Il progetto di cui parlo è quello di Italia.it, già quello che avrebbe dovuto essere la vetrina online della Bella Italia nel mondo, quello che avrebbe dovuto essere il sito multilingue capace di attrarre milioni e milioni di visitatori, ma che dico! miliardi di potenziali turisti nella Penisola. Un sito o un portale sviluppato con il supporto operativo, sul piano dei contenuti, di tutte le Regioni italiane, progettato e sviluppato con l'apporto tecnico e tecnologico di quello che è il gotha o presupposto tale delle sigle che operano nella Internet Communication sul piano internazionale.
Pensate, un investimento di appena, si fa per dire, NOVE MILIONI di euro soltanto per mettere a punto la piattaforma tecnologica... E poi... Poi lasciamo perdere perché questo progetto ha avuto investimenti fuori della realtà, investimenti che, ve lo assicuro da persona informata dei fatti tecnologici, della produzione e gestione (intesa come aggiornamento continuo) dei contenuti, sono stati, volendo stare davvero molto, molto larghi, almeno cinquanta volte di più del necessario.
...E naturalmente, dopo aver speso tutti o la maggior parte di questi "nostri" milioni di euro, Italia.it è stato "oscurato" nel gennaio di quest'anno. Ma proprio nelle settimane scorse, a luglio, la grintosa Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, ha annunciato di aver preso in mano il problema, di averlo sottoposto all'esame di un apposito comitato... Vedremo.
Ma comunque vadano a finire le cose, questa vicenda, che davvero lascia a bocca aperta ogni imprenditore dotato di buonsenso, mi pare fotografi in maniera esemplare il ritardo che c'è in Italia sul piano della informazione tecnologica, della competenza tecnologica.
In tutta questa faccenda se non c'è stato un pizzico di furberia o di interessi paralleli (e non c'è nulla per ora che permetta di ipotizzare questo) c'è stata una grande ignoranza su quelli che sono i reali costi tecnici e redazionali di una impresa online, anche la più ricca di risorse.
Costi che sono molto, molto, ma molto inferiori a quelli messi in campo dallo Stato per il progetto Italia.it: magari, se Michela Vittoria Brambilla trova qualche milioncino ancora non speso potrebbe mettere in piedi il progetto affidandosi a pochi, seri professionisti...
Il sangue ribolle e l'amarezza cresce, amici lettori, di fronte a questi inutili sperperi milionari e alla difficoltà poi che si ha in Italia a trovare uno o più investitori disponibili a sostenere con cifre certamente più basse lo sviluppo e il lancia alla grande di un progetto editoriale e culturale online rivolto non soltanto al mercato italiano ma bensì a quello globale con già le sue ben solide radici nella Rete.
Mi piacerebbe davvero essere smentito.
Mi piacerebbe toccare con mano una realtà finanziaria che, gratta gratta, non sia ammalata di clientelismo, che la smetta di "rischiare" soltanto quando c'è sempre dietro un paracadute di qualche "mamma" Stato, Regione, Comune o Provincia.
Mi piacerebbe scoprire che in questo Paese prima di preoccuparsi di sapere da che parte politica stai, di chi sei amico, ci si preoccupasse di valutare idee, progetti. Valutarle seriamente, duramente, imprenditorialmente. Valutare se ci possono essere o meno prospettive di profitto. Capire come perfezionarle, se occorre, per portarle a buon fine.
Mi piacerebbe un Paese in cui trionfassero tutte le regole del Vero Libero Mercato...
Mi piacerebbe...
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