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RISERVATO AGLI OPERATORI FINANZIARI: guardatevi il video qui sopra a destra "Se Steve Jobs e Bill Gates" e se non vi riconoscete nella realtà italiana descritta e avete voglia di investire in un progetto enormemente meno dispendioso dell'Alitalia telefonate a Simonelli Editore: +390229010507. Oppure inviate una e-mail a: ed@simonel.com Gli operatori finanziari non italiani sono particolarmente benvenuti.
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E se vi dicessi che comincio ad essere stufo?
Sono stufo di questo tran tran asfittico.
Sono stufo di fare il cosiddetto piccolo editore ovvero una sorta di imbecille in un mercato in cui piccolo o indipendente non è affatto bello ma da illusi, anzi da fessi.
Sono così stufo, amici miei, che ogni ora che passa mi monta la voglia di fare il mio vaffanculo day ed amen.
Mica sto scherzando, sapete - lo dico a chi segue la mia battaglia personale dal lontano 1995 - ma parlo seriamente.
Che senso ha continuare questa mia storia editoriale nel mondo delle librerie quando, dovunque ti rigiri nel mondo reale, vedi ad "ogni morte di papa" i tuoi libri esposti, quando non c'è più uno straccio di giornale e giornalista che scriva dei tuoi libri dopo averli letti?
Sì, dopo averli letti.
Sono la fotografia di uno mondo del giornalismo culturale demente e disonesto quelle dieci righe pubblicate di tanto in tanto qua e là riprendendole letteralmente dai risvolti copertina. E facendo così certi giornali e colleghi giornalisti credono di fare giornalismo culturale...
Ma che c'entro io con le librerie, con questa melma del distribuito-reso-venduto?
Mi sto forse arrendendo?
Sto per dare soddisfazione a chi nel 1995 ha cercato di "farmi fuori" professionalmente?
Macché, nemici miei.
Per voi il dito medio della mia mano destra è sempre eretto.
No, spiacente di deludervi vigliacchi nemici miei senza idee, sto semplicemente esercitando pienamente quello spirito di totale libertà che mi consente di dire sempre "pane al pane e vino al vino", di fare liberamente le mie scelte senza dover chiedere prima il permesso a chicchessia.
Lo sapete bene, no?, che non sono legato ad alcun partito politico, che non sono massone, che non sono gay... che rispondo soltanto a me stesso e, da sempre, pago in tutti i sensi per questa scelta di libertà e di vera professionalità in un mondo culturale, giornalistico ed editoriale ITALIANO in cui non conta la tua preparazione, la tua competenza, la tua creatività, la qualità del lavoro che tu fai, non conta affatto la MERITOCRAZIA, ma conta soltanto a quale "gruppo" appartieni.
E allora?
Allora continuo ad essere stufo come scrivevo all'inizio di questa Italia sempre titubante a rischiare in Progetti editoriali.
Io ho creato quasi tredici anni fa, alla fine del 1995 (all'indomani di quando hanno cercato di farmi professionalmente fuori), questa casa editrice con un'idea altamente innovativa e all'avanguardia per quei tempi.
L'ho creata con la Visione che il futuro sarebbe stato l'Editoria Elettronica e Multimediale, che il libro tradizionale, stampato, non sarebbe certamente mai morto ma sarebbe diventato sempre più un prodotto di élite, di nicchia.
Ho scommesso fin dal 1995 su Internet che da quella parte ci sarebbe stato un futuro davvero globale per l'editoria.
Ed ora, lo vedete ogni giorno navigando online, quella mia visione di allora sta diventando realtà.
Altro che gli imbecilli dirigenti di grandi gruppi editoriali che allora, nel 1995 appunto, mi dicevano che "Internet non avrebbe avuto futuro". E tutti questi imbecilli ma ossequiosi conformisti, senza idee, senza "visioni" ma molto proni al "potere", sono rimasti ai loro posti ed io naturalmente fuori dalla grande editoria, a reinventarmi tutto da solo... e Dio solo sa quello che avrei fatto e potrei fare con le mie visioni di "visionario di cose vere", prendendo in prestito una definizione che Guido Piovene dette di se stesso, se fossi rimasto alla guida di un grande gruppo editoriale o se qualcuno ancora oggi mi chiamasse ad operare avendo a disposizione tutte le adeguate risorse finanziarie.
Già, sono stufo ed ho proprio voglia di togliermi i macigni dalle scarpe e rilanciarli contro chi nel 1995 non solo interruppe vigliaccamente i miei progetti editoriali che facevano ed avrebbero fatto un gran bene al grande gruppo per cui lavoravo ma che "dopo" operò in modo che Nessuno, sottolineo Nessun altro grande gruppo editoriale venisse a cercarmi anche se avevo ed ho tutte le carte professionali e morali in regola [clicchi qui e legga chi sono chi non mi conosce] ... e nacque allora Simonelli Editore.
Allora a schierarsi dalla mia parte vi fu soltanto uno splendido bouquet di miei autori che fecero una cosa unica nella storia dell'editoria dei libri in Italia: scrissero una lunga lettera che elencava i miei meriti che venne pubblicata "trasversalmente" da La Stampa, Corriere della Sera, L'Unità, il Manifesto e dal settimanale Avvenimenti[Clicca qui per scaricare la riproduzione in Pdf di quella lettera pubblicata la prima volta Domenica 4 giugno 1995 da La Stampa a pag 18, nelle Lettere al Giornale].
Grande soddisfazione morale ma, poi, il silenzio... Nessuna offerta professionale, niente di niente, io non mi chiamavo Santoro... Qualcuno aveva deciso che non dovevo più esistere professionalmente...e creai Simonelli Editore pensando nel 1995 ad Internet.
Quasi tredici anni fa... ed ora le teconologie sono mature, anche gli hardware lo sono e i costi cominciano a diventare popolari. Sì, ora siamo proprio alla vigilia della esplosione di questo nuovo mercato ed il mio Progetto (che ovviamente non sono così masochista da rivelare nei dettagli) è pronto per essere davvero realizzato.
Il mio lavoro solitario - sottolineo SOLITARIO - di questi quasi 13 anni ("massacrandomi" operando con prudenza nell'editoria tradizionale per imporre un Marchio e creare una forte presenza online) è stato quello di costruire le solide fondamenta del Progetto ma ora questo, per sbocciare nel migliore dei modi, per avere la sua primavera, ha bisogno di trovare investitori, di reperire adeguate risorse economiche, di coniugarsi con un mondo finanziario capace di "sposare" con convinzione la sua realizzazione. Insomma, c'è bisogno di quel mondo bancario che abbia la creatività di chi in Nordamerica ha reso possibile la realizzazione di tanti progetti (Andatevi a vedere fra i miei video su questa pagina quello intitolato: "Se Steve Jobs e Bill Gates...").
E intendiamoci, questo mio Progetto non ha bisogno degli investimenti miliardari di cui abbiamo sentito in questi giorni parlare per "rifondare" l'Alitalia e neppure occorre quella "follia" di alcuni anni fa che portò a finanziare il sito per la promozione dell'Italia turistica nel mondo con la cifra assurda per una operazione del genere - pubblicata sui giornali e mai smentita che io sappia - di 49 milioni di euro!
Molto, ma davvero moltissimo di meno occorrerebbe investire per portare, con il mio Progetto, il Made in Italy dell'eBook sul mercato globale...
Sì, comincio questo Settembre ribadendo che sono davvero stufo di questo mondo bancario e finanziario italiano che non sa sostenerti se l'unica garanzia che offri è un Progetto e sono anche stufo della mancanza di fantasia imprenditoriale dei grandi gruppi editoriali.
Il mio Progetto si può realizzare in due modi:
- o trovando uno o più investitori che confluiscono nella società
- o facendo confluire la casa editrice in uno dei grandi gruppi editoriali italiani per la sua realizzazione e condivisione.
- o materializzandosi un grande sponsor che intende sostenere per un triennio il Progetto nell'ambito di una sua campagna per la promozione della cultura made in Italy sul mercato globale e multilingue
Non ho pregiudizi.
Ho una sola ambizione: riuscire a realizzare il Progetto, alla grande. E poi, una volta avviato, riprendermi il mio spazio per continuare a fare quello che amo di più: scrivere.
Già, mi piace scrivere thriller. Qualcuno forse ricorderà i miei "Cento Miliardi di Dollari" e "I Sette Occhi della Vita" che nel 1995 e nel 1997 ebbero il loro buon successo (ed ora li trovate in eBook).
Ecco desidero realizzare il mio Progetto e scrivere i miei thriller: pretendo troppo da chi nel 1995 decise di farmi fuori professionalmente?
Continua alla prossima puntata...
Luciano Simonelli
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