Day by Day  di Luciano Simonelli
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PAROLE DI YOGANANDA

«Non biasimate nessuno
per il male che vi assilla.
Accettate la responsabilità
della vostra vita
e di qualunque sfortuna
possiate incontrare».

«Per lo sviluppo spirituale
è necessaria la forza interiore.
Lo sviluppo spirituale
non è per i deboli».

«Non ci sono ostacoli:
ci sono soltanto opportunità

INERZIA - Ho poca voglia di fare, di lottare, di organizzare.
In questo giorni c'è «l'opposizione di Marte» per i nati della Vergine, leggo per caso in un oroscopo.
Ma come?!
Non doveva essere il 2000 l'anno in cui i nati della Vergine avrebbero realizzato anche le utopie? L'ho sentito con le mie orecchie il 31 di dicembre quando tutti gli astrologi predicevano il prossimo futuro. Ma forse, chissà, le previsioni riguardavano altri. Magari Maurizio Costanzo. Anche lui è della Vergine e non ho mai sentito un astrologo ospite delle sue trasmissioni prevedere qualcosa di negativo per il "nostro" segno.
Marte, oroscopi o altro, sì, in questi giorni sono davvero svogliato.
Stanchezza, forse?
Potrebbe anche essere. Ne avrei motivo. Dal 1996 non un giorno di vacanza, non un week end, sempre a testa bassa a lavorare, Ferragosto, Natale e Capodanno compresi. 24 libri, circa 8.000 pagine, tutte editate, impaginate, corrette da me e da mia moglie: un'impresa affascinante la nostra. È idealmente molto affascinante ed entusiamante riuscire a coniugare il lavoro con un amore che si rafforza ogni giorno di più, da ventotto anni. E poi c'è questa realtà in Internet, dietro la quale sono completamente solo. Sì, la fatica è tanta. E i risultati? Moralmente enormi.
Più che stanchezza è forse un senso di malinconia che mi avvolge e travolge.
Malinconia di vivere in un Paese in cui, è ormai accertato, puoi essere anche Eccezionale ma non conta niente se vuoi comportarti da uomo libero, se non ti genufletti davanti a chi è al potere, non fai parte di un clan.
Malinconia di vivere in un Paese in cui creare qualcosa di nuovo finisce per diventare una colpa per la gran massa di non creativi al potere i quali, anziché coccolare chi qualche ideuzza ce l'ha, fanno di tutto per appropriarsi, per far apparire come loro le tue creazioni.
Malinconia di vivere in un Paese in cui il Silenzio e non il confronto leale delle idee è l'arma usata per cancellare realtà non omologate nel mondo culturale.
Malinconia di vivere in un Paese capace di tacere indifferente mentre si compiono le ingiustizie più atroci, di accettare a scatola chiusa ogni "verità" salvo poi versare lacrime di coccodrillo. Nell'ambito culturale, un caso esemplare è stato quello dello scrittore Guido Morselli. Per anni bussò inutilmente alle porte delle maggiori case editrici: no, i suoi romanzi non erano degni di pubblicazione. Il suicidio segnò la fine di questa via crucis. Poi, naturalmente, i suoi libri sono stati regolarmente pubblicati con grande successo anche commerciale, sono diventati un momento importante nella storia della letteratura italiana del Novecento. Ma Guido Morselli si era suicidato. Forse sarebbe encomiabile se la casa editrice Adelphi destinasse uno spicchio dei guadagni fatti con le opere di Morselli a un fondo per la ricerca e la pubblicazione di nuovi talenti. Forse sarebbe, anzi, un dovere morale.
Morale?!
Accidenti che brutta parola ho usato...

ANCORA MALINCONIA E UN FILO DI NAUSEA - So che cosa voglia dire vedersi morire il padre tra le braccia. Undici anni fa, il 27 dicembre, mio padre mi disse addio così, crollandomi letteralmente addosso e mentre tentavo di sostenerlo, mentre urlavo in cerca di un aiuto ormai inutile, lui rovesciò gli occhi e in un breve rantolo esalò l'ultimo respiro. Istanti come questi non si dimenticano più e da allora, per me, i giorni di Natale sono sempre venati di malinconia.
Capisco che cosa ha provato Stefania Craxi vivendo una tragedia simile. Comprendo il dolore, lo sgomento, la disperazione, la rabbia nelle parole che ha detto al telefono ai cronisti italiani, un "j'accuse" umanamente molto condivisibile.
Certo, una morte non poteva assumere un volore più politico, rifletto mentre assisto da spettatore al teatrino dell'ipocrisia all'italiana subito scattata dopo la notizia che Bettino Craxi non è più di questo mondo (esemplare quanto ha notato Daniela Di Santo in The Web Park Speaker's Corner).
Sì, è proprio vero che tutti i nodi finiscono per venire al pettine. Sempre. Basta attendere, pazientemente. E con la sua scomparsa Bettino Craxi è riuscito finalmente a sbattere in faccia a chi desiderava le sue ragioni. E con la sua scomparsa è improvvisamente crollato un evidente embargo d'informazione nei suoi confronti: interviste rimaste finora inedite, un eccellente lungo incontro con lui trasmesso da RaiDue altrettanto inedito...
Un lettore, coerente nel suo disprezzo fino in fondo, invia un messaggio escalmando: «Diamine, parliamo di una persona che oltre ad aver fatto quello che ha fatto, non ha avuto neppure il coraggio di assumersene un minimo di responsabilita'...»
Già, ma che cosa ha fatto l'ex Presidente del Consiglio?
C'è sicuramente stato un difetto d'informazione nei suoi confronti e non in buona fede. Si è diffusa la convinzione che lui avesse "arraffato" dei soldi per sé.
No, non è stato così. Craxi è stato coinvolto e condannato per la faccenda del finanziamento illecito dei partiti. Uno "sport" praticato un po' da tutti i partiti italiani. Eppure, è un fatto, soltanto lui era il colpevole. Mah!
Non sono mai stato socialista, non appartengo ad alcuna parte politica, ma da uomo che ragiona liberamente e con la propria testa dubito che Craxi sia stato l'unico colpevole. E questa diversa impostazione del "teorema" dopo le riflessioni scattate con la scomparsa dell'ex leader socialista pare ormai accettata e condivisa da molti. Certo, un sottile senso di nausea mi provoca questo nostro Paese dove si è sempre buoni, democratici, onesti, corretti se ci si schiera da una certa parte, altrimenti...

«MA NON ABBIAMO MICA RAPINATO UNA BANCA!» - È stata questa esclamazione sorpresa la reazione di un gruppo di adolescenti quando a Milano sono stati fermati dalla polizia e incriminati di rapina aggravata. I ragazzini, dai sedici anni in giù, avevano da poco costretto in gruppo alcuni coetanei a "cedere" loro telefonini e denaro.
Ascolto la notizia della baby gang al tg regionale e registro lo stupore degli inquirenti che vengono intervistati. Poveri ragazzi, penso. Per merito di chi non ha insegnato loro (leggasi genitori distratti che il cronista definisce naturalmente famiglie normali e perbene) quali siano i fondamentali della convivenza civile pagheranno duro la loro ignoranza.
Poi, quasi mi mozza il respiro un interrogativo che trovo particolarmente inquietante.
Se questi adolescenti, penso, "non ci fanno" ma "ci sono davvero", se il loro stupore di essere arrestati "soltanto" per aver fregato il telefonino e i soldi ai loro coetanei fosse autentico?
Ci sarebbe proprio da rabbrividire se le cose stessero proprio così.
E mi chiedo ancora: se noi tutti un po' più maturi stessimo sbagliando, stessimo commettendo un grave errore dando come acquisiti certi valori quali onestà, rispetto per il prossimo, rispetto della proprietà del prossimo?
Brrr... Sono tutto un brivido, amici...
E ripenso a un'altra cosa vista l'altro giorno in tv nello zapping dei giorni di festa, quando s'indugia davanti al televisore annientati dal troppo cibo. Ebbene, un noto giornalista tv, fustigatore dei pubblici e privati disservizi, partecipava insieme con un collega a un quiz (per beneficenza, credo). Comunque, di fronte alla domanda semplicissima di Pippo Baudo (che purtroppo stenta a capire come la grandezza di un uomo si possa anche misurar nella capacità di comprendere quando è finita la stagione di mostrarsi in video), il noto giornalista ha ammesso di non sapere rispondere alla richiesta del titolo del più celebre libro di Antoine de Saint Exupery.
Eh, sì, «Il piccolo principe», certamente uno dei libri più venduti in Italia e nel mondo da circa quaranta anni, il noto giornalista tv lo ignorava completamente. Un altro brutto segnale, amici miei. Anche se, forse, quel noto giornalista una giustificazione ce l'ha... Già, lui si occupa di attualità e questo gioiello della letteratura mondiale è soltanto qualcosa del Secondo Millennio...

(Continua)

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