Day by Day  di Luciano Simonelli
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LA REGOLA ITALIANA?
L'ECCEZIONE ALLA REGOLA

"L'eccezione alla regola" è una strada pericolosa, molto pericolosa.
Che cos'è la raccomandazione?
Ma la richiesta di fare un'eccezione alla regola.
Che cosa sono le mance date a chi non sia il portiere di un albergo, il cameriere di un ristorante, l'autista di un taxi o chiunque altro dal quale abbiamo ricevuto un servizio che ci ha soddisfatto?
Sempre la ricerca di una scappatoia, di usufruire di un'eccezione a una regola.
Seguendo questo filo si arriva lontano, amici miei, molto e pericolosamente lontano...
In fondo, se ci pensate, anche la mafia, come qualsiasi altra associazione per delinquere sono nate per fare delle eccezioni alla regola a favore dei propri "soci". E qui la regola (ma lo era anche nei due primi esempi più "veniali") è chiudere un occhio, ignorare norme di legge. Legge che nel nostro Paese è spesso casualmente uguale per tutti.
Alcuni esempi?

  • TEORIA: Il codice della strada italiano prevede chiaramente dei limiti di velocità in città, strade normali e autostrade, prevede l'obbligo di allacciare SEMPRE le cinture di sicurezza.

  • PRATICA: Casualità di controlli, tolleranza molto alta, in città la stragrande maggioranza degli automobilisti non mette le cinture di sicurezza, i pochi che la mettono vengono guardati dagli altri come degli zombi e la maggior parte dei vigili pare disinteressarsi della cosa. In autostrada, se rispetti i limiti di velocità rischi l'incidente perché tutti gli altri vanno tra i centoquaranta e oltre. I controlli sono rari, occasionali. Se ne fanno tanti quando ci sono troppi incidenti poi, finiti gli esodi e i controesodi, ti può capitare di percorrere cinquecento chilometri in autostrada senza vedere fisicamente neanche una pattuglia della polizia. E poi ci si lamenta degli incidenti, ci si lamenta dei morti, si pongono estemporanei limiti di sorpasso ai camion, si paventa un nuovo esame per la patente dopo venti anni di guida e di esperienza... Ridicolo. E ad abolire tutte le eccezioni (di fatto) alla regola non si pensa? A passare da una tolleranza cento a una tolleranza zero non si pensa? A fare semplicemente rispettare a tutti, alla lettera, le norme che democraticamente ci siamo dati non si pensa? Perché in altri Paesi lo fanno e con buoni risultato mentre da noi no?

  • TEORIA: Anche il nostro codice penale stabilisce pene detentive per chi viene giudicato colpevole di aver commesso un reato: associazione per delinquere, furto, omicidio eccetera eccetera.

  • PRATICA: Poi, ci sono le eccezioni "legali" alla regola. Quello che appare alla gente è una tale incertezza nella reale applicazione delle regole da far perdere il bandolo della matassa... Una cosa è la condanna, un'altra, infatti, la reale espiazione della pena.
    Sinceramente non ho ancora capito come abbia fatto (ma sarà stato certamente tutto perfettamente nella norma) chi ha assassinato Walter Tobagi a passare in prigione meno tempo di un ladro di polli. Ancora meno riesco a comprendere come mai, alla resa dei conti, l'inchiesta Mani Pulite sia riuscita "a mettere in galera" soltanto Armanini e Cusani. Infine, non capisco affatto il senso dell'operazione Silvia Baraldini (ndr.: si legga in The Web Park Speaker's Corner una eloquente poesia del nostro Pasquino: Benito Ciarlo).
    Sì, certo, umanamente, è giusto che lei, come d'altronde tanti altri italiani che languiscono nelle prigioni di altri Paesi, possa venire a scontare la pena a "casa sua" ma, forse, non è soltanto questo, viene da pensare. Sì, deve esserci dell'altro se questa signora giudicata e condannata da un tribunale statunitense (un paese democratico, mi risulta) per aver fatto parte di un'organizzazione che compiva atti terroristici, questa signora che ha avuto la coerenza di non pentirsi (un'eccezione alla regola) e per questo non ha goduto di alcuno sconto della pena, viene accolta con tanta enfasi in Italia. Si dice che addirittura il Ministro di Grazia e Giustizia si sia casualmente trovato a Ciampino al momento del sua arrivo e, visto che era là, le abbia dato umanamente il benvenuto. Si dice.
    E come mai per portarla in Italia si è mandato negli Stati Uniti un aereo tutto per lei con costi altissimi?
    Non poteva imbarcarsi sotto buona scorta su un volo di linea?
    Eppoi, che cos'è questa enfasi di Cossutta che le invia dei fiori?
    Cos'è quest'altra enfasi di tanti di Rifondazione Comunista che manifestano esultanza al suo arrivo a Rebibbia?
    È tremendamente ambiguo il messaggio che scaturisce da tutta questa vicenda.
    Comunque la si pensi, Silvia Baraldini è una terrorista (anche se non ha commesso alcun omicidio) e per questo è stata condannata. È una terrorista condannata che è stata ora consegnata all'Italia con l'impegno del nostro Paese di tenerla in prigione fino alla completa espiazione della sua pena cioè fino al 2008.
    Da questo momento sono aperte le scommesse.
    Mi auguro che vinca chi punta su un'Italia che rispetta il patto con gli Sati Uniti e respinga ogni tentazione di altre eccezioni alla regola.
    Mi auguro che non si dimentichi quanto sia stata costellata di troppe eccezioni alla regola la strada che ci ha portato a vivere gli anni bui del terrorismo.
    Mi auguro che non si dimentichi come soltanto pochi mesi fa c'è stato un attentato firmato Brigate Rosse.
    Mi auguro che l'episodio Baraldini non diventi uno strano segnale di perdonismo verso chi ha fatto "la rivoluzione" in Italia negli anni Settanta e, soprattutto, verso i cattivi maestri che hanno fatto imboccare a tanti ragazzi la strada sbagliata...
    Mi auguro che finalmente questo diventi un Paese davvero europeo dove, come accade negli altri Stati della comunità, chi rompe paga, senza eccezioni alla regola, di qualunque colore politico sia.
    Un altro dei miei troppi sogni?

  • (Continua)


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