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29/11/2006
Questo libro scandaloso...
E' «L'antica Arte dello Scandalo» e narra storie, aneddoti, tecniche, teorie su una "realtà" con un grande passato e un radioso futuro. E' lo scandalo, appunto, pane quotidiano dei gossip di ieri di oggi e di domani.





Nicoletta Sipos, come mai un saggio dedicato agli scandali? Com'è arrivata ad affrontare questo tema?


«Faccio la giornalista e lavoro, da più di vent'anni, per settimanali a larga diffusione come "Gente" e, attualmente, "Chi". Mi è dunque capitato di seguire decine di scandali, a cominciare da quelli della principessa Diana. Ma nel 1999 sono stata invitata a tenere alcuni corsi all'università di Milano sulla stampa popolare inglese, inimitabile maestra nell'arte dello scandalo. Così ho cominciato a guardare alla materia con magiore distacco e con un filo di spirito "scientifico". Insomma, dalla storia degli scandali sono passata alla tecnica e alla teoria che mi hanno rapidamente conquistata. Ho cominciato a raccogliere materiali e spunti. Ho anche scoperto che un libro dedicato agli scandali da noi mancava. Ho coniato io la parola nuova scandalogia per "scienza degli scandali", derivandola dal tedesco skandalogie. Poco alla volta, il libro ha cominciato a prendere forma. Ne ho parlato con Luciano Simonelli e in 10 minuti abbiamo deciso che valeva la pena di pubblicare L'antica Arte dello Scandalo».


Che cosa troviamo nel suo libro?


«Per cominciare, decine di storie affascinanti, con retroscena che a volte sembrano da romanzo. Alcune sono recentissime, per esempio quella che riguarda il furto di un Kleenex del principe Harry, secondogenito di Diana e Carlo d'Inghilterra. Si è sempre detto che un misterioso signor X voleva dimostrare che Harry non è figlio dell'erede al trono. Ufficialmente il piano è andato a monte perché l'esame del Dna ha confermato che Carlo è effettivamente il padre del ragazzo. Ma le regole della scandalogia ci aiutano a vedere le cose diversamente. Il "furto" di cui si è tanto parlato potrebbe essere un trucco della famiglia reale per dimostrare che Harry è davvero di stirpe reale. Gli scandali hanno spesso bersagli differenti da quelli dichiarati».


L'interesse dei media è essenziale?


«Abusi o torti cadono nel vuoto se giornali, radio e tv non se ne occupano. Lo scandalo vive di emozioni e indignazioni in grande stile, se nessuno ne parla le peggiori nefandezze passano sotto silenzio. Ma non si tratta di una regola ferrea. Nelle società antiche, e in quelle tribali, bastavano i pettegolezzi sussurrati di bocca in bocca per far scattare la rabbia e la condanna della comunità. E spesso, in tempi più vicini a noi, lo scandalo agitava tanto gli animi da far scoccare la scintilla di una vera e propria Rivoluzione. La riforma di Lutero non è forse scaturita dallo scandalo delle indulgenze e non ha forse portato, per eccesso, alla rivolta dei contadini poi soffocata nel sangue?».


Parlando di tecnica lei indica anche quali atteggiamenti deve adottare - e cosa deve evitare - chi si trova nell'occhio del ciclone. Un esempio?


«Davanti alle accuse è sempre sbagliato tacere o smentire a metà o pietire scuse. Bisogna invece prendere di petto la situazione con una battuta ironica - e con questo cosa pensa di dimostrare? - oppure ammettendo i propri torti. È quello che ha fatto l'attore Arnold Schwarzenegger quando era in lizza per diventare governatore della California. Alla vigilia del voto una cordata di donne ha denunciato i suoi più o meno maldestri tentativi di violenza e seduzione. Tra l'altro era un chiaro scandalo manipolato dai suoi avversari. Lui comunque non si è scomposto. Ha ammesso i propri torti, ha chiesto scusa ed è stato puntualmente eletto».


Molti personaggi pubblici deprecano lo scandalismo dei media. Secondo lei c'è da sperare in un cambiamento?


«Al contrario. Lo scandalo è una trappola vera o finta. Può demolire un avversario, ma può anche essere usato a scopo promozionale, per esempio per lanciare un attore o un film. Risponde comunque a esigenze specifiche. Non a caso ha millenni di storia alle spalle, nel mio libro cito gli esempi di Alcibiade e Socrate. La proliferazione di Internet che fa rimbalzare le notizie più oltraggiose in tempo reale gli assicura in ogni caso un futuro brillante. Un'ultima curiosità: lo scandalo ha una sua coerenza intrinseca. La scandalogia dimostra infatti che i suoi meccanismi essenziali sono rimasti immutati nel tempo».



Fonte: L'ISTRICE

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