*UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO*
27 ottobre
- Oggi le discussioni sono troppo serie per il mio umore che, invece, vorrebbe ritemprarsi con facezie. Ovunque andiamo sento parlare di due sole cose: del Conte Max e del suo governo e del superenalotto arcimiliardario. Di che farsi venire un attacco di bile.
- Alfredo già, alle dieci mi segue barcollando. Non so dove abbia trovato ancora dell'alcool ma certo è che fa pietà. Per continuare la nostra ricerca dobbiamo per forza oltrepassare un capannello di persone che discute animatamente. Il mio amico ha la malaugurata idea di intromettersi. Biascicando le parole afferma che l'attuale governo è incompleto e incomprensibile. La gente si fa attenta e aspetta che si spieghi. E Alfredo conclude che manca il gerundio. Porco mondo! Lo trascino per un braccio per evitargli qualche spintone. Manca Burlando, mi spiega.
- Sono veramente spazientito: non c'è angolo che attraversiamo senza rischio che scoppi una rissa appena st'ubriacone apre bocca. Si tocca il parossismo, ancora una volta, mentre s'intromette in un conciliabolo di gente che, a giudicare dal taglio degli abiti, deve essere molto importante. Stanno discutendo di lavoro e di economia. Il nostro se n'esce con una domanda che li manda tutti letteralmente in bestia tanto è stupida: chiede se non ritengano una contraddizione di termini che, il sindaco della città che detiene il record dei disoccupati in Europa, sia stato investito della carica di Ministro del Lavoro. Se mai, continua ruttando, l'avrebbero dovuto chiamare a dirigere il Dicastero della Pubblica Intrusione. Apriti cielo! Uno degli astanti annuncia immediata querela.
- Minaccio di lasciarlo in balia di quei bruti e si calma. Si mette a seguirmi docile e silenzioso. Cavo di tasca un pezzo di panino al prosciutto e gliene offro metà. Ci sediamo per consumare questa frugale colazione. Sembra gli sia passata. Ragioniamo sul fatto che stiamo continuando a girare a vuoto col risultato di girare a vuoto anche col ragionamento. Alfredo ha una sensibilità tutta sua: snebbiata definitivamente la mente dai vapori del vino mi chiede il motivo della mia tangibile angustia. Mi confido con lui. Diventa triste e si dichiara solidale con me: però, mi avverte, la tua storia d'amore è senza speranza. Deianira e Ggenio sono amanti da oltre quindici anni. Lei era quasi una bambina in balia del fascino di quel serpente. Ne parlarono anche i giornali, non ricordi? No, non ricordo e non voglio nemmeno sapere. Ma perché la gente non è capace di tacere?
[Continua]