*UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO*
26 ottobre
- Alfredo passa da una sbornia all'altra ed io mi sto scocciando al punto che gli do un ultimatum. O viene con me o lo lascerò qui. Sembra un cane bastonato, indeciso tra la ciotola del cibo e il rincorrere il bastone che il padrone lancia lontano per giocare. La sua indecisione, lo so bene è, più concretamente, oscillante tra la riserva d'alcool e l'alcova della bella cinquantenne e il desiderio di conoscere il grande Giorgio. Tra il male e la sua cura. Alla fine decide di seguirmi.
- Non m'aiuta molto ad orientarmi anzi tira a confondermi le idee. Parla con voce impastata - deve essere ancora nei postumi della sbronza di ieri - ma contesta con violenza la denominazione dei vari luoghi del Labirinto secondo le mie "cervellotiche" definizioni. Sbraita come un matto attribuendomi le qualità del perfetto imbecille perché ho chiamato "lato sud" un posto pieno di muschio, quando tutti sanno che il muschio cresce a nord. Ho tanta voglia di litigar con lui ma non lo faccio perché temo abbia ragione. Lo lascio quindi sfogare in attesa che si calmi e continuo ad annusare l'aria come un segugio. Lo sento mentre si commisera: «Pfui! Ed io dovrei trovare il filo con questo qui... era
meglio se restavo dov'ero».
- Continua a seguirmi, nonostante il voto di sfiducia e, più tardi attacca una solfa incomprensibile, sul nuovo Governatore - il Conte Max - e il suo stuolo di ministri donne che definisce il suo caravan serraglio. Mi parla delle nuove prese di posizione di Alberto da Giussano che arringando ai Duci convocati in Parlamento ha continuato a gridar Padania, mentre con l'indice mostrava la via per Roma. Si dilunga sul disappunto del Califfo per
gli insulti dell'ex Gran Visir e si dice certo che presto costui, Alì Babà sotto mentite spoglie sarà costretto proprio dal Califfo a consegnare il tesoro che si cela dietro Sesamo, in quel d'Assago. Anche se il Conte Max, invece d'infierire come potrebbe, si mostra acquiescente. Per la miseria... ma di cosa starà parlando?
- Finalmente una via larga attrae la nostra attenzione. È addirittura asfaltata e dalle stie di mattoni sporgono le insegne di veri e propri negozi. Entriamo dal tabaccaio per rifornirci e, inopinatamente, il mio amico gli chiede se sia in vendita una piantina del Labirinto. L'altro sentendosi preso in giro, non gli risponde e Alfredo insiste: «Sa, ne
vorrei una di quelle semplificate, con la rosa dei venti e con la dicitura "voi siete qui..."». La nostra uscita viene sottolineata da una sequela d'insulti da parte del negoziante.
- Più avanti - da non crederci - c'è un'edicola. Vorrei comprare chissà cosa, ma mi accorgo che l'unico giornale in vendita è "Sport e Salute", la stessa rivista che, qualche giorno fa, trovai nelle latrine. Il che riacutizza la mia latente sofferenza. Ggenio e Deianira insieme a Boston. Maledizione! È soprattutto per questo che voglio uscire. Devo lottare per non perdere l'amore di colei che considero, ormai, la mia unica ragione di vita. Ho un bel dire. Come abbiamo di recente appurato, cartine del Labirinto non se ne vendono.
[Continua]