*UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO*
La donna ci guarda, placida. Fa un sorriso e, assumendo la posa tipica delle annunciatrici televisive declama, quasi cantando, con una voce, che scopriamo essere bellissima:
«Disse l'oste al vino, tu mi diventi vecchio, ti voglio maritare con l'acqua del mio secchio. Rispose il vino all'oste fai le pubblicazioni, sposo l'idrolitina del cavalier Gazzoni!»
La poesiola ha il merito di riportarci, d'incanto, a trenta - quaranta anni fa. Ciò non toglie, però che Alfredo mostri in pieno la sua irritazione per il "sacrilegio".
La donna, ora s'atteggia ad infermiera e, con voce professionale si rivolge ad Alfredo:
«Hai mangiato male? Hai bevuto peggio? Lo stomaco si fa sentire? Eccoti un digestivo: mi spiace solo che qui non ci sia il tram per poterlo masticare.»
Mentre lasciamo la donna, grati per la sua generosità, rifletto sulle possibili cause che l'hanno condotta qui.
«Tredici, venti, diciassette ed undici numeri sfortunati ed orfanelli, fanno da nonni al tre, da zii al novanta e sono figli del cinquantanove. Chi con essi s'allea rischia l'infarto. Ho detto.»
Rientra in casa, tenuta per mano da due giovanotti che l'aiutano nella deambulazione.
«Chi è?» domando al sosia di Sabino.
«Come, nun lo sapite? A ggente viene da fora ppa stà a sentì: issa è a Sibbilla. Mo invece e ffa e profezzie dà i nummeri. Ieri ccè stata na truppa venuta co o buss filoguidato e l'Arianna Tours. Dice ca jocheno na lotteria cco giacche e potte e che sèscheno sbancano o monopolio.»
Caspita, la Sibilla! È qui che abita, dunque. Incuriosito, domando ancora:
«Qualcuno ha vinto?»
«Nin zò» risponde, «ma penze che qualcuno deve avere vinto, chissa dà numeri ciente vote o juornu, tutte sante juorne, sempre diversi. Si e jjiocheno tutti, quarcheduno vince de sicuro.»
Deluso, proseguo per la mia strada in compagnia di Alfredo.