*UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO*
«Ma come, nun lo sai chi è Guariniello? È quello der Mulinex, nun t'aricordi? È er giudice che fa vede li sorci verdi a quelli che vendono a benzina cor benzene, a quelli ch'arzano muri senz'arzà 'mparcature e poi perdeno l'equilibbrio e càdeno... Mo ha messo er naso nei pasticci e ne le pasticche der pallone ed ha scoperchiato n'antro pentolone pieno de concime. Hai capito?»
Kramer è sbigottito. Quando realizza che la convocazione dei calciatori famosi, di cui aveva letto, era stata fatta da un Giudice e non da un tecnico, s'illumina d'immenso come Saulo sulla via di Damasco:
«S..so..ono s.. stato pro..opio un fes..so! Certo che ora mi s..p..piego ta..tante co..cose... pure le dimissioni di Pesca...cante di cui mi ha parlato Ggenio poco fa...».
Evaristo sorride e, lasciandolo, borbotta una massima di chissà chi:
« O tempora, o mores!»
29 settembre
«Visto che ha capito il mio messaggio, l'altro giorno, perchè non mi chiede spiegazioni?»
Non posso fare a meno di pensare che, anche nel Labirinto, la gente non sappia badare ai propri affari.
«Non ti ho chiesto niente perchè le spiegazioni che potresti darmi già le immagino e, siccome non mi piacciono, non voglio sentirmele ripetere... parliamo d'altro, se vuoi».
Il siciliano sembra offeso. Tace per un po' e poi insiste:
«Devo molto a Ggenio e tanto anche a lei... Però non so farmi i fatti miei. Non è come pensa lei, a proposito di Ggenio e Deianira: è peggio. I due sono amanti da parecchio tempo e io so che la vera ragione per cui lui ha deciso di fermarsi nel Labirinto è per poter stare con Deianira senza problemi. Fuori di qui, quell'Ercole più volte aveva minacciato di rompergli la faccia. E so anche che adesso lei soffre perchè s'è innamorato della dottoressa. Stia attento, perchè Ggenio è molto potente e pericoloso. E so anche un'altra cosa: la dottoressa...»
Ne ho abbastanza. Lo interrompo bruscamente dicendogli che non mi importa niente di Deianira, di Ggenio, di Ercole e di tutte le fottute persone che sircolano fuori e dentro questo budello che non è più a misura d'alienato... Prendo a correre, lasciando sul posto Filiberto, che continua a guardarmi finchè, svoltando a destra, scompaio dalla sua vista. Dal canto mio, ho trovato di che impazzire, continuando a domandarmi, ossessivamente, se ha ragione Evaristo. Mi avrà baciato soltanto perchè è "... un po' mignotta?". No, non mi piace come ipotesi. Preferisco illudermi.
30 settembre
L'Infangato passa e commenta: «Facite puro 'e sc'kulture?.. Belle! Avete sc'kolpito na curùn'e muòrto?.. Avissete da essere nu poco cchiù allergro, amico mio...».
Passa anche Evaristo e si ferma ad osservare e, con aria di chi la sa lunga, mi sgrana un accenno di giaculatoria: «Beati monoculi in terra caecorum!» dopodiché va via senza nemmeno salutare.
Rientro e, mentre rosicchio distrattamente una carota sento muover l'uscio. È lei. Per poco mi strozzo. Ha in mano un piccolo pacco. Senza dire una parola lo apre. Il profumo delle lasagne al pesto si spande nell'aria facendo inondare il mio povero stomaco di un eccesso di succhi gastrici. La porzione mi sembra enorme, invitante, irrinunciabie. Lei posa quel succulento fardello sul ripiano dell'unico mobile di casa mia, un vecchio comò. Poi si gira a guardarmi. D'incanto, dimentico la fame e sprofondo nel lago dei suoi occhi. La mia schiena è percorsa da un fremito di piacere mentre lei, arrossendo, mi chiede il perchè di "quella meravigliosa D". M'avvicino senza risponderle e sfioro le sue labbra con le mie. È silenzio assoluto ma nella stanza rimbalzano centomila pensieri tangibili. Per un attimo, m'accarezza il volto e risponde al mio bacio. Percepisco la sua agitazione. Sento, però, una sua lacrima bagnarmi una guancia.
«Non dobbiamo. È troppo pericoloso per entrambi. Non mi vedrai più!»
Va via senza voltarsi. Per non impazzire del tutto ho divorato le lasagne ormai fredde, piangendo.