*UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO*
24 settembre
- Stamattina Deianira non si è vista. Da un lato sono contento, perché date le condizioni pietose del mio naso, devo avere un aspetto orripilante, quindi è meglio che per un po' non la incontri. Dall'altro, la sua assenza mi stordisce ulteriormente, poiché non riesco a togliermela dai pensieri. Èbuffo, alla mia età, sentirsi come un quattordicenne alla prima «cotta».
Dopo un'ora di corsa raggiungo le docce. Accanto a me si lava Evaristo che, stamani è più scorbutico del solito. Nemmeno risponde al mio cenno di saluto. Uscendo, mi apostrofa: «Ciao.. Ercole».
Ercole??!! Accidenti! Possibile che già sappia della mia passione per Deianira?
Faccio finta di niente e mi avvio verso casa, senza ricambiare il saluto. Che vada al diavolo.
Dopo cena, Melania e Filiberto mi invitano a far due passi prima d'accendere il fuoco. Ci raggiunge Sabino. I due sono molto gentili nei nostri confronti e si informano dello stato delle nostre ferite.
Sabino, per tutta risposta, si infila un dito nella bocca spalancata per indicare i buchi lasciati dai quattro o cinque denti perduti: «Ma nu ffa' niente» conclude. «Tante, stavano cariati! Quann'esc'ke, se d'esc'ke, me ffaccio mette nuove do' dentisc'ta».
Da parte mia li rassicuro che, nonostante l'aspetto orribile, il naso non mi duole eccessivamente. Melania mi dà un bacio sulla fronte, proprio all'attaccatura del suddetto, per dimostrarmi la sua riconoscenza. A parte la tenerezza che suscita quel gesto, il contatto mi provoca una fitta acutissima che si risolve in un rantolo di dolore. Mentre la poverina si scusa, noto che Filiberto sta meditando intensamente qualcosa. Da taciturno che era, diventa all'improvviso logorroico e pronuncia, con enfasi, frasi senza senso apparente:
«Avessi tanto tempo e non temessi oltraggi, già griderei enormità, nefandezze, idiozie, ovvietà! E graffierei esageratamente l'orribile serpente occhialuto!»
Poi, tace di nuovo e cinge il fianco della sua amata. Sabino mi sussurra:
«'Azze! A bott'e pavùre che s'è pigliate l'ha rincitrullito frannètica?».
Non lo ascolto e non gli rispondo. So che Filiberto non s'è rimbecillito all'improvviso. L'ho visto meditare a lungo prima di parlare. Cos'altro so di lui?.. Accidenti! Che è uno specialista in giochi di parole, sciarade, rebus, acrostici... Certamente! Quel che ha detto deve nascondere un messaggio per me. Dunque, vediamo...
Realizzo e, a stento, riesco a controllarmi. Filiberto s'accorge che ho capito e annuisce senza cambiare espressione.
Non resisto. Mentre si forma il gruppo accanto al fuoco, rimugino il messaggio del siciliano. Ho voglia di piangere. Saluto gli amici e mi ritiro in casa, mentre nel cervello, ossessivamente riecheggia il suo avvertimento: «ATTENTO! GGENIO È GELOSO!». Temo che questa notte non mi mancheranno argomenti di riflessione.
[Continua]