- Che dire di Ggenio? Credo sia venuto qui per farsi una vacanza, per vivere da vicino un'esperienza tra alienati, da raccontare sulle pagine dei giornali. Intanto, in pochi giorni il suo alloggio è diventato la meta quotidiana di tutti i dirigenti del Labirinto, a cominciare da Deianira per finire a Maurice, il Direttore Generale. Loro non discutono accanto al fuoco ma seduti attorno ad un tavolo rotondo che la Direzione ha fatto portare nel suo alloggio. L'alloggio stesso, ieri l'altro è stato ripulito dalle squadre di manutenzione e ingrandito, in modo da far posto al tavolo e a un piccolo bagno personale.
- Sono entrato in casa di Ggenio questa mattina, per chiedergli se avesse avuto piacere di fare un po' di jogging con me. L'ho trovato che telefonava, mentre la stampante incorporata nel suo PC continuava a vomitare fogli. Naturalmente, impegnato com'è, ha declinato l'invito. Andrà più tardi a correre.
- Veniamo distratti dal clamore proveniente dalla strada. Le guardie oggi pescano la cena del Mino nel nostro settore. È toccato a Filiberto. Melania urla da far pietà, mentre lo trascinano via. Il siciliano, in un impeto irrefrenabile punta i piedi sulla strada polverosa e riesce a girarsi verso l'amata: «Non piangere! E mangia, mi raccomando...»
- Intanto, davanti alle guardie s'è radunata una piccola folla che impedisce loro di raggiungere la jeep. « Scostatevi, canaglie! È la Regola!» urla il più nerboruto, agitando un manganello. La folla aumenta. Anch'io e Ggenio ci pariamo davanti alle guardie.
- La situazione si fa difficile perchè cominciano a volare le botte. Il primo a farne le spese è l'Infangato: il colpo sul muso gli fa volar via due incisivi. Mi avvicino al Capo: «Perchè lui?» La risposta mi arriva, violentissima, sul naso, che scoppia come un pomodoro maturo. Kramer mi soccore mentre Ggenio s'avvicina e prende la parola: «La Regola! Avete ragione, la Regola! Chi ha detto, però, che le regole debbano essere eterne? Noi non siamo dei manzi, e sappiamo cos'è il macello, anche se entrando qui abbiamo accettato il risch..., fermo! Non t'azzardare! Posa quel manganello o, quant'è vero ch'esiste il Minotauro te ne farò pentire! Lascia quell'uomo! ...» Il suo sguardo luciferino è terribile.
- Il Capo delle guardie è frastornato. Fa segno ai suoi d'obbedire. Guarda torvo nella nostra direzione e s'allontana mormorando « ... ma chi cazzo è 'sto stronzo?»
- L'esultanza è alle stelle. Filiberto, al colmo della gioia abbraccia Ggenio e lo ringrazia piangendo, poi si rifugia tra le braccia della sua Melania. Ggenio, scrollandosi dalla giacca un po' di polvere, torna in casa sua, sottraendosi ai festeggiamenti. Mentre, chino sul lavello sto bagnandomi il naso per lenire il dolore, capto questo frammento di conversazione tra Evaristo e la vedova Gerbidi: «Io vorrebbe sapè com'avrà fatto... »
«C'era anche lei, no? Ha vinto con la forza delle parole. Magari fosse stato qui quando toccò a mio marito... » si rammarica la donna. «Le parole? Le parole un par de p... scusi sà, signo'... cce deve da stà un inciucio! Anzi sa che le dico? Comincio a penzà che quer bellicapelli deve da esse un parente der padrone de casa o forse ... è proprio lui, quer Minocoso llà, sotto mentite spoglie...».
Non c'è il minimo dubbio, siamo proprio nel Labirinto! (Secondo me, Evaristo non ha tutti i torti. Il mistero s'infittisce).