*UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO*
16
settembre
Filiberto e Melania, vedendomi, questa mattina, hanno smesso di scambiarsi effusioni e sono venuti ad abbracciarmi. In breve, li ho messi al corrente delle mie disavventure di ieri e del colpo di genio del Ggenio, che ha risolto tutti i miei problemi. Melania è tanto felice che mi sembra addirittura bella. Il giovane di Mancolicani pare, invece, ritornato pensieroso. All'improvviso, però esulta e, abbracciando sia Melania che il sottoscritto urla:
«DOVREMO ABBUFFARCI ED INGRASSARE, ECCO COME RIGUADAGNEREMO LA LIBERTA', AMOR MIO! »
« 'On Benì, ije so' cuntente ppe vuje!» mi dice Sabino venendomi incontro. « Ije 'o ssapeve ca nu ve piaceva de turnà lla ffora. E mmo' cumme facite?»
Gli rispondo raccontandogli del programma di dieta e ginnastica. Mi guarda con un'aria di commiserazione e conclude:
«Va' bbuo' non ve la pigliate, ccu no poche e pacienza... e po' o ssapete cche vve dico? Non ve facesse male do' perde, qualche chilo... »
Gli dò ragione anche se in fondo al cuore la paura di trasformarmi in una magra fettina comincia a serpeggiare.
L'ex cuoco del Quo Vadis? è in forma smagliante. Nonostante anche lui abbia una bella pancetta, mi ha dato del filo da torcere. Ha corso con me per ben diciotto minuti lasciandomi scoppiato in un cantone e proseguendo lo jogging insieme a due chierici di passaggio. È ritornato a prendermi dopo un'ora.
«'A trippone, vedi de datte 'na mossa!» mi sollecita, infastidendomi come al solito. S'accorge della mia irritazione e se ne rammarica: «E mo' che fai? T'arabbi? Nun lo devi da fa', che, cor fiatone che t'aritrovi te viè lo sturbo. Te devi da dà 'na regolata sinò te vie' er coccolone ppe' davero! »
Gli rispondo che la moderazione nell'assumere cibi non è mai stata il mio forte. « ... Et voluptas nocet nimia; in virtute non est verendum ne quid nimium sit, quia in ipsa est modus; non est bonum quod magnitudine laborat sua! »
Evaristo mi spiega che, quella misteriosa giaculatoria, è l'esortazione di un antico romano, un certo Seneca, il quale affermava che solo seguendo la virtù ogni nostro passo è sicuro, poichè il piacere quando è eccessivo nuoce, ed è dei virtuosi essere moderati. Soprattutto, conclude, TUTTO CIÒ CHE RISENTE DEL PROPRIO PESO NON È UN BENE. Mi lascia ridendo, evidentemente soddisfatto per la citazione. Resto con i miei dubbi.