*UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO* *UN GRANDE RITORNO*

13 settembre

Un chierico vagante si ferma a bere e a conversare un po' con me. Lontano, in un luogo imprecisato del Labirinto, racconta, ha incontrato una donna che afferma d'essere la Sibilla Cumana. Come tutti gli oracoli, quella donna, pronuncia frasi misteriose. Egli ne ha annotate alcune nei giorni scorsi, e me le mostra per vedere se, alle volte, io fossi in grado di spiegargliele. (La passione per l'enigmistica di quelli del lato ovest è notoria in tutto il sito). Le leggo ad alta voce per far partecipare al nuovo gioco gli amici che, nel frattempo, ci hanno raggiunto:

Per Ggenio e Filiberto decifrare quelle cosucce è un gioco da ragazzi. Evaristo, che ha seguito in silenzio, riesce a precederli nel dare le spiegazioni. A modo suo, s'intende:

«Chiaro no?
Uno!: Er sor Gelli è er sor Gelli, mica 'n pollo, cià li mijardi, po' mica annà ar gabbio!
Due!: L'è chisse presidente sardegnolo, me sà che, ortre a quei due, cojonerà tutti n'antra vota,
e tre!: Quer simpaticone de Bill Clinton fà bbene.. ar suo posto farei uguale. Così 'mpàreno a rompe li zebbedèi... àccilòro... e cchè! N'omo nun se po' manco più sollazzà 'n pochetto?»

Poi, rivolto al forestiero, bruscamente domanda:
«Ao'! Spièghime: 'ndò stà sta Sibbilla?!»

Il chierico tace, inorridito, e riprende la sua corsa disperata.

[Continua]