Secoli fa, il Sovrano Militare Ordine di Malta rischiò di scomparire
Si cita spesso con enfasi la vittoria della flotta cristiana a Lepanto nel 1571, ma non si cita l’assedio a Malta del 1565 che è stato forse episodio più importante nello scontro delle nazioni cristiane con l’impero Ottomano.
L’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, cacciato prima dal Medio Oriente e poi da Rodi, si installò nel 1530 a Malta donata dall’imperatore Asburgico contro il tributo annuale di un falco e di una
messa da celebrare in onore di tutti i santi.
E da lì i Cavalieri si misero a fare i corsari a danno dei Saraceni così come i Saraceni lo facevano a danno dei cristiani.
Due famosi corsari saraceni furono Dragut, poi ammiraglio, con un passato di forzato ai remi in una nave di Giannettino Doria e il calabrese Giovanni Dionigi Galeni che, rapito dai Saraceni quando stava per farsi frate, incatenato ai remi, fattosi poi mussulmano, sposata la figlia di un corsaro, divenne a sua volta corsaro, poi ammiraglio, soprannominato Ucciali, Occhiali storpiatura del suo nuovo nome Uluch Ali.
Malta era in una posizione strategica di fronte al Nordafrica mussulmano e l’Ordine causò notevoli danni al suo traffico marittimo finché nel 1564 si impossessò di alcuni vascelli turchi su cui viaggiavano alti personaggi della Sublime Porta tra cui la vecchia balia della figlia prediletta del sultano e Solimano il Magnifico perse la pazienza ordinando l’invasione dell’isola.
A maggio del 1565 partirono Dragut con una flotta di 193 navi e (le fonti storiche non concordano sul numero esatto) decine di migliaia di uomini agli ordini di Mustapha Pasha. Difendevano l’isola 6100 soldati di varia composizione ed estrazione, tra cui 500 cavalieri ospitalieri, guidati dal coriaceo Gran Maestro Jean de La Valette settantenne, con un passato avventuroso inclusa cattura e incatenamento ai remi di una galea ottomana per un certo periodo.
Date le forze in campo gli Ottomani credevano di fare una passeggiata, ma si sbagliarono.
Lo scontro, in campo aperto e attorno ai forti ( di cui uno il Sant’Elmo fu conquistato ) fu feroce, senza esclusioni di colpi.
E la rabbia degli invasori per la resistenza che non si aspettavano fece si’ che alcuni Cavalieri catturati venissero uccisi e non tenuti buoni per alti riscatti come si usava.
Un giorno i difensori videro galleggiare sotto le mura, portati dalle correnti, tre crocefissi con tre Cavalieri decapitati. Allora il La Valette fece decapitare alcuni prigionieri e sparò le loro teste con i cannoni nel campo nemico, tanto per far sapere che non si faceva impressionare. Gli storici concordano che, senza quel Gran Maestro, Malta non avrebbe resistito.
Nel frattempo, il mondo cristiano era molto preoccupato di una possibile perdita di Malta e, dopo varie incertezze e trattative tra i potenziali soccorritori, Ascanio della Corgna, marchese di Castiglione del Lago, sbarcò a settembre con migliaia di uomini. Così, la resistemza dei Cavalieri, anche un’epidemia nel campo ottomano e l’arrivo dei rinforzi fece sì che Mustapha Pacha ordinasse la ritirata, lasciando sul terreno migliaia di morti compreso Dragut. Inviò avanti una nave con un messaggio che annunciava la sconfitta a Solimano che, si racconta, buttò a terra il messaggio e lo calpestò. Aveva conquistato molto per il suo impero e non era abituato alla sconfitta.
Si fecero grandi festeggiamenti nel mondo cristiano e il Papa volle nominare cardinale il La Valette che rifiutò.
Morì nel 1568 e, per onorarne la memoria, il suo nome fu dato alla capitale di Malta.
Ettore Falconieri
twitter@falconierettore
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