Crolli in borsa e fesserie
Gli operatori finanziari vivono anche di commissioni sulle transazioni borsistiche e più numerose sono le transazioni, più guadagnano.
Inoltre, moltissimi enti investitori non si accontentano di incassare dividendi e dell’aumento del valore delle azioni frutto del positivo andamento delle società relative come fa il piccolo risparmiatore, vogliono anche guadagnare sulle oscillazioni dei titoli.
Di conseguenza, più oscillazioni vi sono, più le borse salgono e scendono, piu’ aumentano le transazioni e più guadagnano.
Cio’ premesso, per fare aumentare le transazioni bisogna trovare scuse, motivazioni per far oscillare le borse. E scuse e motivazioni sono gli eventi che fanno notizia, che suscitano emozioni ‘’economiche’’ attorno alle quali si fa gran chiasso mediatico. Grazie anche a corifei più o meno competenti, spesso interessati. E si fa gran chiasso, ci si strappa le vesti, si drammatizza anche se quegli eventi, per la stragrande maggioranza delle azioni quotate, hanno, il più delle volte, scarsa, se non alcuna influenza.
Ne è esempio quanto successo recentemente per la svalutazione dello yuan cinese, presentata come immane iattura quando è ininfluente per la stragrande maggioranza delle società quotate nelle borse occidentali. E per quelle società che ne possono essere parzialmente danneggiate è solo nel medio termine che se ne vedranno le conseguenze, ammesso che chi le dirige non prenda costruttive contromisure.
Così, con la compattezza di uno stormo di uccelli o branco di pesci che si muove all’unisono, gli operatori si sono scatenati al ribasso, vendendo, prevalentemente, allo scoperto, cioè senza avere i titoli in mano, per poi riacquistare ad un prezzo più basso. Il tutto con danno del piccolo risparmiatore che vede il suo gruzzolo azionario svalutato.
Titoloni come ‘’ la Cina spaventa i mercati’’ o ‘’lo yuan trascina in basso l’economia mondiale’’ ed altri simili sono colossali fesserie, ahimè usuali, che avviluppano il mondo finanziario come una moda interessata.
I mercati finanziari contemporanei, tra decenni o più, verranno giudicati come oggi si giudica la follia della pluricitata speculazione sui tulipani del diciassettesimo secolo.
Tanti altri comportamenti nocivi a parte, aiuterebbe molto proibire le vendite allo scoperto, cosa, naturalmente, che ha la durissima opposizione di potenti enti investitori e speculatori che, come si sa, hanno anche grande influenza sulla politica. Anche perché, finanziamenti alla politica a parte, alcuni ingaggiano come consulenti strapagati vip della politica e dell’alta burocrazia. In Italia anche un ex presidente del consiglio era al loro soldo.
Così come si muovono oggi, i mercati finanziari, il più delle volte, rispecchiano solo in minima parte la realtà concreta delle azioni quotate e danneggiano i piccoli risparmiatori.
Ettore Falconieri
twitter@falconierettore
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