Troppo buonismo con gli extracomunitari
Se si vuole guardare in faccia la realtà senza ipocrisie, non si può non constatare che l’Italia, punta avanzata sul mare dell’Europa, è oggetto di una vera e propria invasione di extracomunitari gestita da imprenditori criminali che si arricchiscono alle spalle di poveri disperati. Imprenditori criminali non osteggiati dai politici di vari paesi, soprattutto in Libia, e molto probabilmente in contatto con gruppi terroristici.
Quello che deve preoccupare tutti i cittadini è che si discute e si ponza su come accoglierli e non su come fermarli.
La stragrande maggioranza di quegli esseri umani merita compassione, aiuto e rispetto, ma l’Italia ha già fatto la sua parte e non può, né deve fare di più. Nel mondo vi sono decine di milioni di persone in una situazione simile, il buonismo senza cervello vorrebbe che ci si occupasse di tutti?
Allora bisogna fermarli. Tutte le strutture di accoglienza sono al collasso, stanno diventando un peso intollerabile per l’economia che, in questo momento, non ha proprio bisogno di ulteriori remore al suo sviluppo, danno un buon aiuto alla criminalità ed i paesi europei che dovrebbero o potrebbero accoglierne alcuni stanno dando comprensibili segni di insofferenza.
Per fermarli, messe a tacere le stolte anime belle ed i buonisti spesso ipocriti (Chiesa di Roma inclusa che ha la potenzialità economica per sborsare milioni in favore di quella gente, ma non lo fa), si possono prendere alcune iniziative.
Primo. Fare una campagna di propaganda nei paesi di provenienza per far sapere alla gente che non si vuole più accogliere nessuno, che gli abusivi saranno rimpatriati e, se senza documenti, saranno messi in campo profughi che si chiederà all’Onu di creare. E se alcuni paesi non vorranno riprendersi i loro cittadini, si prenderanno nei loro confronti misure economiche e politiche, tipo rottura dei rapporti diplomatici, sospensione di ogni accorso economico, etc. Ma, se collaboreranno ai rimpatri, si potrà immaginare un qualche contributo, oltre a quelli eventualmente esistenti, alla loro economia.
Secondo. Iniziare una campagna di sabotaggi di tutte le strutture che consentono il trasporto di quella povera gente, basi, natanti e quant’altro. Catturare e, se necessario, mandare a miglior vita gli organizzatori criminali. Cosa che si può fare discretamente, senza chiasso. Mandando un messaggio chiaro ai paesi coinvolti: ci fermiamo solo e se prendete voi l’iniziativa.
E se quanto precede non può essere realizzato in un contesto europeo, l’Italia ha le capacità militari e servizi segreti capaci di farlo da sola. Piaccia o non piaccia è una guerra nell’interesse di tutti gli Italiani, anche dei buonisti.
Nelle altre democrazie occidentali il realismo nel gestire l’interesse collettivo, pur filtrato dal dibattito democratico, prevale su ogni altra considerazione. In Italia quel realismo è continuamente travagliato da spinte emotive, da bisticci politici, spesso da ignoranza dei fatti. Bisogna, quindi, che i massimi responsabili politici si adoperino per convincere tutti che bisogna agire, non c’è più tempo da perdere.
E molto probabile che molti condividano quanto precede, ma non osino dirlo. Allora si può ricordare il famoso detto del premio Nobel Albert Schweitzer: “Se ci asterremo dal dire cose che possono dispiacere ad alcuni, non diremo mai la verità.”
Ettore Falconieri
twitter@falconierettore
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