La pizza è immortale
Nel suo libro “ L’Italia finisce ecco quel che resta “ il grande Giuseppe Prezzolini sosteneva che, dopo l’Impero Romano, la cosa più importante che gli Italiani avevano creato era il Papato, fatto sostanzialmente da Italiani con qualche saltuario contributo di stranieri. Papato, entità potente che condiziona e domina tanta gente, che ha avuto, ha e, forse, avrà, una notevole influenza sul mondo.
Ma, se Prezzolini fosse ancora tra noi, aggiungerebbe che altra importante creazione degli Italiani è la pizza che ha invaso il mondo e si trova quasi ovunque.
Si potrebbe immaginare che, tantissimo tempo fa, in una casa di campagna si presume dell’attuale Campania, qualcuno abbia messo su una focaccia, pane schiacciato per essere meglio cotto noto da millenni, prodotti della terra circostante sempre disponibili, mozzarella e pomodoro. E’ nata la pizza, parola sul cui significato discutono i sapienti immaginando etimologie greche, semitiche, longobarde, parola, tuttavia, che è apparsa scritta per la prima volta in latino volgare nella città di Gaeta nel 997.
Da allora, semplicità, praticità, gusto e caratteristiche nutritive hanno gradatamente lanciato la pizza, prima in tutta Italia, poi nel mondo.
Anche perché la pizza ha consentito a cuochi e buongustai di sfogare la loro fantasia ed alla mozzarella e pomodoro iniziali si sono aggiunti, nel tempo, tanti altri alimenti, spezie, prosciutto, salame, funghi, acciughe e tanto altro. Ed anche le forme della pizza sono più di una, la tonda classica, la quadrata, quella al taglio, la pizzetta e così via.
Si può ipotizzare che le pizze mangiate giornalmente nel mondo siano parecchi milioni, ma non tutte sono buone come la ricetta iniziale vorrebbe perché la semplicità di cottura e confezione induce a credere che non ci voglia alcuna “tecnica” soprattutto di cottura, basta metterci su la roba e mettere in forno, quando invece un buon pizzaiolo è un vero artista. Con il risultato che capita di mangiare pizze che sono una vera schifezza, cosa comunque che non frena l’aumento di consumatori.
Secondo Bloomberg Business, negli Stati Uniti 41 milioni di americani mangiano giornalmente almeno una fetta di pizza. E i suoi produttori sono così numerosi e potenti (circa ventimila tra pizzerie e fabbriche di pizza ) da aver creato la American Pizza Community per difendere i loro interessi anche nei confronti del parlamento presso il quale è accreditato un lobbista che li rappresenta per evitare che la politica ecceda in regolamentazioni su ingredienti ed altro relativi alla pizza.
E, naturalmente, finanziano anche la politica. Per le elezioni del 2012 e 2014 hanno versato 1,5 milioni di dollari di cui l’ottantotto percento ai repubblicani, il resto ai democratici.
La pizza è ovunque, è onnipresente. Tra qualche secolo si dirà che, come vi sono state l’era del ferro ed altre ere successive. La nostra è stata l’era della pizza.
Ettore Falconieri
twitter@falconierettore
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