I pagliacci non sono solo al circo
In tutti i parlamenti vi sono scontri accesi, dibattiti infuocati, energici scambi di opinioni e di parole, ma, almeno nelle democrazie mature, vi è sempre, in sottofondo, un rispetto dei reciproci ruoli, delle idee opposte e, soprattutto, della dignità del parlamento.
Ma non , di questi tempi, nel parlamento italiano.
Dove troppi politicanti fanno comizi fuori dalle righe anche con insulti agli avversari. O, qualunque sia l’argomento che si dibatte, accusano chi la pensa in modo diverso di fini reconditi, di malafede, di ignoranza o, espressione entrata nel vocabolario di chi di idee, se ne ha, ne ha poche ed approssimative, di essere al servizio di poteri forti. E alcuni lo fanno leggendo, che squallore, foglietti scritti dal loro capocomico.
Ed a questi eccessi verbali si aggiungono comportamenti da pagliacci, quale indossare magliette con scritte offensive se non oscene, sbandierare cartelli con scritte idiote, mostrare manette e così via.
Non si rendono conto i pagliacci che, anche prescindendo da ogni questione di stile e di sostanza, così comportandosi non fanno quello per il quale sono stati eletti, cioè dare un contributo costruttivo per il paese al servizio di tutti i cittadini.
E non si rendono conto che i loro comportamenti, che la stampa estera non esita a raccontare, sono l’ennesimo colpo al prestigio del paese, già intaccato dalla criminalità organizzata, dalla corruzione, dall’evasione fiscale e da altro con dimensioni sconosciute in altre democrazie.
E c’è da rabbrividire immaginando che simili comportamenti, dopo le prossime le elezioni, avverranno anche nel parlamento europeo, dove, più volte in passato, alcuni eletti italiani sono già stati protagonisti di vicende vergognose.
Questo succede anche perché la politica ha perso ogni dignità, ogni ideale ed ha perso la consapevolezza di essere al servizio dei cittadini e non di altri.
Non succedeva così nella poi tanto criticata ed offesa Prima Repubblica e questo anche perché molti parlamentari sedevano alla Camera ed al Senato dopo avere rischiato la morte, rischiato o affrontato il carcere per i loro ideali. Altra statura morale, altra dignità. Anche allora vi erano scontri feroci tra i due schieramenti che rappresentavano visioni opposte dello stato e della società, ma vi era una consistenza etica che i nostri attuali non sanno neppure cosa sia. E vi era anche l’ironia che è figlia dell’intelligenza.
Un parlamentare, fine dicitore, un poco retorico con pause ad effetto, iniziò una volta il suo discorso con un “ non capisco”, ma la pausa fu interrotta da un avversario che esclamò “non ci stupisce”. E prevalsero le risate.
D’altronde non ci si può attendere l’ironia che spesso si sente nel parlamento inglese, altra scuola, altra tradizione. E’ arcinoto lo scambio di battute, decenni fa, tra Winston Churchill e Lady Astor buoni conoscenti, ma rivali politici. Esclamò una volta Lady Astor: Winston, se fossi tua moglie ti servirei un caffè avvelenato. E Churchill rispose: se fossi tuo marito lo berrei.
Ettore Falconieri
stakano@bluewin.ch
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