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Cattiverìe Minime dall'Era del Provvisorio.
di Ermanno Bartoli Rubrica ad aggiornamento settimanale          Perché Cattiverìe?>>>
Reggio Emilia, 22 settembre 2005 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8- 9- 10- 11- 12- 13- 14- 15- 16- 17- 18- 19- 20- 21- 22- 23
In SeBook: Il Primo Libro di Barlow
Arroyo Grande e Quadri da Esposizione

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"PUBBLICO DELIRIO"

   Carissimi lettori, con queste Cattiverìe contrassegnate dal numero 23 e intenzionalmente brevi, intendo mettere il dito in certi malvezzi camuffati da modi di dire o da saggezze... Malvezzi che hanno il potere di ammorbare l'aria e il clima attorno a tante persone... che di certi delirii farebbero volentieri a meno. Occhio che sono più che antipatici; sono deleteri e a volte rovinosi in maniera "sublime".

° «Meglio un morto in casa che un... (al posto dei puntini metteteci pure ciò che in tema di "altro", altro nella fede politica, religiosa, di sport; altro nell'appartenenza geografica o etnica avete sentito dire)... sulla porta.» Io, nonostante tutta la mia cattiverìa, un morto in casa non lo auguro a nessuno.

° «Tanto peggio tanto meglio». Evviva la positività!

° "E' più che cattivo"
Un fatto realmente accaduto, anni fa...
In un cimitero, una signora sta mettendo dei fiori sulla tomba del figlio portatogli via dalla droga. -Il mio povero ragazzo, ucciso dalla droga!- dice sommessamente con l'animo in pena. -Il mio povero ragazzo!
A un certo punto le si avvicina un uomo che lei conosce bene; anche lui ha un figlio che si droga; i due frequentano insieme, lei un po' più saltuariamente, un centro antidroga. L'uomo guarda lei poi la lapide, quindi esclama ad alta voce: -Sono i più coglioni quelli che muoiono per primi!
Che dire?
Più che cattivo: deficiente.
Nota: Vent'anni dopo, anche il figlio di quell'uomo morirà. Di Aids e fra atroci sofferenze. Nell'apprendere la notizia, la signora ha pianto.

° Un'ultima annotazione doverosa.
Le cose (sì, proprio le cose!) di cui ci circondiamo: edifici, oggetti, strumenti... ci sopravviveranno tutte. Alcune attraverso le sembianze sotto le quali le conosciamo ora; altre modificate. Comunque, ci sopravviveranno tutte.
Allora, in nome non soltanto dell'amore e della tolleranza, ma anche di una certa logicità non certo peregrina... perché tanto romperci il muso in conflitti, diatribe e guerre senza alcun senso alcuno... e che proprio non ci appartengono?

Ermanno Bartoli

Perché queste cattiverìe?
(con l'accento sulla i)
Secondo l'astrologia, nell'equinozio di primavera del 1998 si è entrati nell'era dell'acquario; da questa data il sole non sorgerebbe più nella costellazione dei Pesci, come da 2000 anni accadeva, ma in quella dell'Acquario. Per gli astrologi, entrare in tale era significherebbe mettere piede in un'epoca di nuovi fermenti positivi e si preparerebbe per il mondo un lungo periodo di nuovo amore e di nuove spinte propulsive alla crescita e al benessere di ognuno. Di contro, chi ha occhi per vedere sta assistendo ad un progressivo "imbarbarimento" dei rapporti sociali e fra le nazioni, con un incremento esponenziale di guerre, terrorismo, disagi, disperazione  e precarietà generale. Nei paesi progrediti si sta andando verso quel "Medioevo prossimo venturo" che il prof. Roberto Vacca descrisse magistralmente in un suo libro oltre vent'anni fa. Il lavoro non è più una certezza né un diritto, le famiglie stentano a crescere e a formarsi... anzi si sfaldano sempre più sotto la spinta di trasferimenti coatti, quasi sempre immotivati, di masse di lavoratori che pur di portare a casa la pagnotta si sobbarcano migrazioni che hanno quale unico risultato quello di distruggere i rapporti umani coi loro cari e il tessuto sociale più in generale... La cultura è in via di azzeramento. Il tutto sotto l'arroganza globalizzante e sempre più incontrastata dei potenti.
Secche e brevi, a volte ironiche, queste cattiverìe hanno l'intenzione empirica di aprire varchi per un confronto su quanto sta avvenendo e sull'avanzata travolgente di tanti disvalori. E se qualcuno obietterà che la carne al fuoco è troppa gli dirò che ha ragione... La carne al fuoco è troppa. Ma così sta andando il mondo. E chissà che a parlarne non si esca dall'empirismo delle intenzioni per entrare in qualcosa di costruttivo.

 


Ermanno Bartoli poeta e scrittore, è  fra i migliori talenti del panorama culturale italiano indipendente ovvero fuori dai giri e dai "giochi di famiglia" dell'industria culturale. Fa parte di quell'Altra Italia che sogna un mondo culturale in cui trionfi soltanto il talento. Ha firmato per i SeBook Simonelli electronic Book la raccolta di racconti Il Primo Libro di Barlow e la raccolta di versi Arroyo Grande e Quadri da Esposizione: ambedue  disponibili su eBooksItalia.com

 

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