Versione in italiano Versione in italiano Versione in italiano Versione in italiano

IL MANIFESTO di Carlo Federico

TERZA PARTE

Ricchi di tutto il mondo, unitevi!

22.

 

Ho bell'e capito che molti di voi vorrebbero vedere una faccia più umana dell'economia di mercato nei confronti delle difficoltà delle persone più deboli, i disoccupati, i sotto-pagati, gli "sfruttati", gli emarginati. Giusto. Pensate, amici miei, pensate senza inventare qualche nuovo sogno utopico. E guardatevi da coloro che si proclamano Protettori dei Deboli. Date un'occhiata attenta a molti di questi paladini in armatura scintillante. Uno dei massimi avvocati dei disoccupati dichiarò pochi anni fa, inciampando in un lapsus freudiano: «Vogliamo diventare sempre più forti, sempre più numerosi!».
Mr. Charles Handy, il noto autore di «The Empty Raincoat » (L'impermeabile vuoto), che ama la Toscana e gli Italiani, scrisse recentemente «The Hungry Spirit» (Lo Spirito Affamato), pubblicato a Londra da Hutchinson, che potrà ispirare molti di voi nella direzione di un Mercato dal volto umano. Sono certo che vi piaceranno i capitoli "il Bambino nella Vasca", "Egoismo Appropriato" e "La Vita come Scoperta di Sé ", che in qualche misura confermano certe mie opinioni sulla Ricchezza come viaggio all'interno di noi stessi e il racconto di De Mello a proposito dell'aquila-pollo.
Nessuno si aspetta che condividiate le opinioni di qualcuno, ma non credete che discutere idee concrete potrebbe aiutare a trovare obiettivi raggiungibili?

Poi vi esorto vivamente a comprare «Guns, Germs and Steel - a Short History of Everybody for the last 13,000 years» (Cannoni, Germi e Acciaio - una breve storia di ognuno durante 13.000 anni = son quasi certo che e' stato pubblicato di recente anche in Italia, non ricordo da chi), scritto da Jared Diamond, edito da Vintage: questo è un libro di cui sono veramente entusiasta.È il lavoro di un qualificato ricercatore che apre tanti orizzonti: furono i conquistadores bianchi i peggiori bastardi del mondo, come ci è stato insegnato a credere? Sì, forse. Ma imparate a prendere tutte le opinioni e commenti sulla storia con un pizzico di sale. Il 19 Novembre 1835 i Maori sterminarono (schiavizzando i pochi superstiti) tutta la popolazione Moriori delle isole Chatham. Nessun bianco partecipò al piano né all'esecuzione. Questa storia, simile a molte altre, aiuta a capire molte cose. La Storia è stata programmata dalla Geografia, dice Diamond, e se studiamo l'evoluzione della "civiltà" umana dal Fertile Crescent in poi, possiamo capire come molti pregiudizi "razziali" siano del tutto privi di fondamento; è un libro notevole, scritto da uno scienziato che può cambiare il vostro punto di vista sulla storia e sugli obiettivi umani.

Be', in conclusione, a proposito di obiettivi: qual è la più profonda aspirazione umana? Per favore amici miei, cercate, pensate, leggete... forse è il piacere, davvero? Si ritiene che le persone di più alta statura spirituale cerchino piaceri duraturi, se possibile eterni [celesti?]. I magnanimi provano gioia nell'altruismo, e questo è soltanto un tipo di piacere? Gli economisti nei loro trattati lo chiamano self-interest (chissà come si può tradurre? interesse per se stesso? o addirittura "egoismo"? boh!). Io non ripeterò qui la mia eulogia dell'egoismo ragionevole; Mario Deaglio nel suo libro La Nuova Borghesia e La Sfida del Capitalismo (edito da Laterza) scrive che secondo le più recenti nozioni di razionalità e utilità nel pensiero economico del neo-liberalismo, anche Madre Teresa di Calcutta cercava il suo self-interest, di un tipo molto nobile, coerente con le sue priorità interiori. Le priorità di Nathan Rothschild, John Lennon, Ernesto "Che" Guevara e Rita Hayworth erano differenti, ma il loro self-interest più o meno ispirato da ideali era soltanto un tipo diverso di ricerca di soddisfazione personale?

E dunque, ogni azione umana è motivata da "egoismo" più o meno intelligente, illuminato? E in ciò sta tutto il trucco della Mano Invisibile o Provvidenza o cos'altro? Dis-impariamo, amici, leggiamo, confrontiamo, pensiamo! Come Henry Ford soleva dire, Pensare è il lavoro piu' duro che ci sia, e questa è probabilmente la ragione per cui pochi vi si impegnano.

Leggiamo, cerchiamo e soprattutto PENSIAMO. Gli avidi Poveri da una parte e gli ineliminabili Stupidi dall'altra cercano di assalire la nostra essenziale ricchezza, la nostra tranquillità interiore. Guido Piovene nel suo romanzo «Le Stelle Fredde» denunciò i Parlanti e i Credenti come l'Aggressività dell'Inesistente. Non siamo forse circondati da ectoplasmi di realtà oniriche che non avrebbero alcun motivo di esistere, essendo soltanto vuoto fumo di slogan convoluto in vuote nubi di credenze utopiche? Eppure il non-esistente è aggressivamente minaccioso, nella sua capacità di scatenare la moltitudine dei folli e degli avidi, con il suo codazzo di fanatici religiosi, anarchici, miseri invidiosi e armi a buon mercato dappertutto.

Be', forse la mia vicina scippata non ha tutti i torti, c'è soltanto un wafer sottile come carta, tra noi e la nostra distruzione.

Ma noi ce la faremo. Un piccolo numero di Saggi è sempre sopravvissuto alle catastrofi del passato: così forse qualcuno di noi ce la farà anche questa volta, per raccontare agli stupidi sopravvissuti la loro storia (con risultato poco o nullo, questo è quasi certo: una delle lezioni della storia è che le lezioni di storia non sono mai imparate).

Comunque, le opinioni e gli schemi del Povero danaroso e dello Stupido utopista non sedurranno mai il vero Ricco. Noi, i Ricchi, andremo avanti facendo semplicemente del nostro meglio nella nostra posizione, sia essa una bottega di barbiere o uno studio di architetto o...

Hmm. Che ho scritto lì sopra? NOI ce la faremo... NOI i Saggi...
Opplah!! Proprio pochi istanti fa sono andato indecorosamente fuori dai gangheri con uno dei miei nipotini, e poi ho indirizzato parole improprie a mia figlia sopraggiunta per sottrarre la tenera creatura alla mia furia. «Sei un mostro di egoismo» ella mi disse (il marmocchio aveva fatto a pezzi in un sol colpo un ligneo modellino di barca-sampan da me comprato a Hong Kong per meno di 20 dollari e poi non ci avevo messo più di 20 minuti del mio tempo libero per montare le vele e il timone). Come ho potuto arrabbiarmi così selvaggiamente per questo? Infuriarmi con un piccolissimo simpatico ometto che non riesce nemmeno a capire la mia esplosione di collera.
Molto non-compassionevole, molto non-saggio, molto non-Ricco da parte mia, devo ammettere. Be', ve l'avevo detto fin da principio: in veste di apprendista junior, io non sono sicuro di meritare appieno l'appartenenza al vostro club dei Ricchi. Perciò modifichiamo il mio saluto finale: VOI ce la farete, VOI i Saggi....

Comunque, le opinioni e gli schemi del Povero danaroso e dello Stupido utopista non sedurranno mai il vero Ricco. VOI, i Ricchi, andrete avanti facendo semplicemente del vostro meglio nella vostra posizione, sia essa una bottega di barbiere o lo studio di un architetto o la camera operatoria di un chirurgo, cercando di eccellere in qualsiasi cosa facciate - come barbieri, architetti o chirurghi o insegnanti o massaie o non so cos'altro - con illuminato egoismo, offrendo un servizio di qualità a ognuno quando possibile, contenti di modesti, semplici, ottenibili risultati, VOI ricchi di compassione per i poveri e gli stolti tutt'intorno, sorridendo e... zufolando.

Evviva i Ricchi di tutto il mondo!.

Federico C. Scarafiotti