SECONDA PARTE
Ricchi di tutto il mondo, unitevi!
14.
Svegliamoci, amici, e ridiamo. Guardiamoci intorno, quanti argomenti divertenti occupano i nostri vicini addormentati: Collettivismo, Egualitarismo, Dalla-Culla-alla-Bara... contrapposti a Egoismo, Ineguaglianza...
ALT. Ecco che mi arriva un high priority e-mail in cui mi si dice, in stile piuttosto flammante, che tutto questo è immondizia. Questa pretesa di ridere di cose che sono serie.
Gente che soffre durezze e ingiustizia non è argomento di risate.
«Signore» conclude il mio sconosciuto corrispondente «capisco che lei èun tipo in cui arroganza, presunzione e superficialità competono per il primo posto. Lei pensa e siede. Soprattutto sta seduto. Il suo trattamento dei poveri ereditieri della Terra è superbamente stupido. Lei sta confondendo sé stesso con Dio e non sa quando farsi da parte per dare una chance a Dio».
Benissimo. Grazie. Lei mi aiuta a capire che dobbiamo ancora parlare di qualcos'altro.
Benissimo. Torniamo alle mie scherzose parole sui Poveri aspiranti all'eredità della Terra. Ora: una persona che si sente mancante di qualcosa, nel nostro vocabolario di Ricchi, è un Povero, una persona che noi deliberatamente ignoriamo perché, come stabilito nel nostro Manifesto, noi Ricchi non vogliamo aver niente a che fare con la frenesia dei Poveri di acquisire, di ammassare, di guadagnare - la Terra o qualsiasi altra cosa. Noialtri sapienti Ricchi siamo contenti di quello che ci è stato dato di essere e qui stiamo, felicemente raccolti nel nostro guscio. Le sciocche opinioni dei Poveri, dei ghiottoni voraci intorno a noi, i loro suggerimenti programmi e stratagemmi guardiamo con staccata indifferenza - se non con disprezzo. A noi non interessa conquistare il mondo (meno ancora la Terra inquinata) perché già possediamo il nostro mondo interiore e questo è tutta la ragione della nostra gioia.
Eppure, come la high-priority e-mail di poco fa mostra chiaramente, molti dei nostri colleghi Ricchi trovano la loro pace interiore e auto-gratificazione proprio nella loro attività "esterna", facendosi coinvolgere in azioni umanitarie, di fatto aiutando i "poveri", partecipando perfino alla loro ricerca di maggiore prosperità - fors'anche, horribile dictu, iscrivendosi a qualcuna di quelle Organizzazioni che sono intrinsecamente repellenti per il Ricco DOC. Dovremmo giudicare questi nostri numerosi colleghi come ingenui eretici, e il loro agitarsi come un mezzo alla buona per ottenere qualche sorta di giovanile frivolo compiacimento di sé?
Odo un tonante consenso risuonare: «Naturalmente, noi Ricchi, i fortunati, DOBBIAMO fare qualcosa per aiutare quegli sfortunati. È una vergogna, questa ingiustizia. Qualsiasi persona di buona volontà e buon senso non può avere dubbi sulla direzione in cui la nostra attitudine interiore di Ricchi deve guidarci. Noi, che siamo stati fortunati nel nascere tra confortevoli mura, dove anche abbiamo avuto l'immeritato privilegio di una educazione umanistica che ci fa gustare la nostra ricchezza interiore nella sua migliore manifestazione, l'altruismo, noi dobbiamo prendere l'iniziativa e raddrizzare le storture...»
Benissimo. Parleremo di questo nella terza parte di questa filastrocca. Vi avverto: preparatevi a leggere alcune parolacce!