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IL MANIFESTO di Carlo Federico

SECONDA PARTE

Ricchi di tutto il mondo, unitevi!

11.

 

Uuhh! Oohh! Questo sembrerà un po' troppo egoistico alla maggioranza dei lettori. Come possiamo essere felici stando avvolti nel nostro orgoglioso distacco, mentre altri soffrono? Non ci può essere felicità entro di noi, in mezzo a tanti infelici. Se l'assenza di egoismo è utopia, una dose di egoismo ragionevole dovrebbe suggerirci di far qualcosa fuori di noi, di aiutare...

Be' , sono un po' troppo pigro per lasciar coinvolgere me stesso in alcunché di "impegnato". Ma arrivo ad ammettere che qualche concreto aiuto potrebbe essere offerto: non [soltanto] lavorando in qualche progetto per il sollievo dei miserabili del Terzo mondo, delle vedove e degli orfani sfortunati nei nostri villaggi urbani, se ciò rende felice il vostro io interiore; l'aiuto cruciale, essenziale che possiamo offrire è zufolare!
Potete scegliere di zufolare arie da melodie antiche o moderne. Soltanto fischiate, per favore. È la sola speranza di svegliare i nostri vicini che dormono in piedi, scuotere il loro torpore ipnotico, lasciarli intuire che ci può essere della gioia, davvero, nella vita. Zufolate. Nient'altro.

Quanto a me, farò un'eccezione alla mia proverbiale pigrizia e fischierò come una locomotiva. Ascoltate:
Pfuiiiii! Svegliatevi, poveri sonnambuli. Svegliatevi e i vostri incubi spariranno. Perché vi preoccupate tanto di cose che appariranno pressoché insignificanti ai vostri pronipoti nei secoli futuri?
Cos'è tutto questo comico agitarsi intorno ad Avere e Non Avere? Questo secolo è ridicolmente stregato da qualcosa che sembrerà così ovviamente infantile in futuro, quando la gente si sarà svegliata al fatto che è più importante ciò che siamo, di ciò che abbiamo. Sembrerà così chiaro allora che Essere qualcosa che valga la nostra vita è ben più intelligente che preoccuparsi di Avere qualcosa che alla fine lasceremo, e i posteri si domanderanno come abbiamo potuto essere così addormentati da trascorrer la nostra vita discutendo (e lottando e anche uccidendo) per così ovvie bagattelle.
Si ricorderà il marxismo come noi ora ripensiamo alla filosofia di Paracelso: i grani di verità contenuti nel lavoro di Marx diventeranno accettata normalità, esattamente come le medicine di Paracelso, laudano, antimonio, e il suo rifiuto dei pregiudizi di Aristotele.
Quanto ai massacri, alle sofferenze inferte e subite in nome del marxismo, tutto sarà dimenticato come il nostro tempo ha dimenticato le lotte e le violenze connesse con il dogmatismo laico di quel tipo bizzarro, Philip Theophrastus Bombast von Hohenheim, la profezia di Elia l'Alchimista, i Rosacroce, Muffet e Zwinger, Weigel e John Dee e Gioachino da Fiore, e tutte quelle utopie neo-platoniche che avevano sedotto i contemporanei rivoluzionari protestanti... fin che il loro sogno millenaristico si sgonfiò con il loro protettore il Re boemo d'Inverno alla battaglia della Montagna Bianca nel 1620.
Naturalmente dovremo aspettarci che, come avvenne con l'ideologia paracelsiana, tali sistemi continuino a vivere emotivamente nella mente di coloro che ci credettero (e combatterono pro o contro), e svaniranno solo quando quella generazione di persone sparirà e la nuova generazione, in circostanze diverse, sarà sorda al richiamo.
Perciò dobbiamo essere preparati a sopportare per almeno una generazione ancora la noia causata dalla sopravvivenza di reazioni "robotiche" emotive, tic del passato giovanile, radicati nei passati decenni di sonnambulismo del senso comune.

Noialtri Ricchi non sprecheremo molto del nostro tempo per sciocchezze come la Ridistribuzione della Ricchezza. Ricchezza? Proprietà? Sia chiaro che la nostra posizione è "essere contenti con ciò che ci è stato dato di essere" e non "con ciò che ci è stato dato" e meno ancora "contenti di ciò che abbiamo". Chi non capisce l'abissale differenza tra le due, non è attrezzato per apprezzare il nostro club dei Ricchi. Noi Ricchi abbiamo semplicemente dimenticato il verbo "avere".

Comunque, poiché la Legge di Gresham applicata alla politica dice che i problemi irrilevanti hanno il sopravvento su quelli importanti, e l'insistenza con cui si parla della necessità di una revisione "spirituale" nelle scelte politiche del nostro tempo sta diventando invero molto noiosa, dedichiamoci rapidamente all'esame di questa massimamente risibile questione.

(11.Continua)