Versione in italiano Versione in italiano Versione in italiano Versione in italiano

IL MANIFESTO di Carlo Federico

SECONDA PARTE

Ricchi di tutto il mondo, unitevi!

7.

 

Concedetemi di rivelare la mia prima scoperta: molto della nebbia e confusione in cui ci troviamo è frutto del Buon Senso Comune, proprio. Siamo stati incitrulliti fin dall'infanzia. Quella che per lungo tempo abbiamo ritenuto essere conoscenza trasmessaci fu involontariamente (speriamo) congegnata in modo di fare un sonnambulo di ognuno di noi.

Siamo stati imbevuti in un mare di opinioni pre-cotte, non dimostrate. La religione ci è stata abbottonata addosso, come scrisse Jerome K. Jerome, insieme a molte certezze di vario genere, non verificate. Conseguentemente, furono instillati nel nostro intimo io precetti morali da cui ci si attendeva che fossero il Faro per tutti gli anni della nostra vita. E per anni la maggior parte di noi va in giro nelle scarpe strette di quando eravamo piccoli, legate con le stringhe del Senso Comune accettato fin da allora.

Mia madre, donna molto simpatica e pia, sempre mi insegnò che il Disinteresse (inteso come contrario dell'Egoismo) è la cosa più importante da ottenere in noi stessi. E poi l'Umiltà. E poi il rispetto per gli Anziani e le Autorità. Povera cara brava persona. Ella stessa si comportò sempre strettamente secondo queste regole, e ne era soddisfatta; benché il suo costante sorriso triste mi lasciasse supporre che la vita di sacrificio e rinuncia da lei generosamente abbracciata fosse dura davvero (certo appesantita dalla sua sensazione che gli altri non partecipassero del suo eroico fervore: e tra questi il più deludente per lei fui sicuramente io, niente affatto appassionato a sacrifici e negazione di sé). Poi, crescendo in età, imparai una cosa o due.

Cominciai con lo scoprire che le Autorità non meritano un rispetto incondizionato. Le autorità civili sono soltanto politici di successo: quegli acrobati del circo Barnum che promettono di costruire un ponte anche dove non c'è fiume, come disse Nikita Kruschev, che dividono l'umanità in due classi: strumenti e nemici, come scrisse Friedrich Nietzsche, che sono tenuti in alto dalla pressione che li spinge da tutte le parti, che sono notevoli per la loro codardia selettiva, che sono pronti ad accettare qualsiasi strano compagno di letto... Maureen Murphy scrisse: la ragione per cui ci sono così poche donne politiche è che è troppa fatica rifarsi il trucco su due facce. E il Servizio per il Pubblico è il rifugio degli incompetenti. I politici sono esperti nell'arte gentile di ottenere voti dai poveri - pare che Oscar Ameringer abbia dichiarato - e fondi elettorali dai ricchi, promettendo agli uni e agli altri di ottenere protezione contro gli altri e contro gli uni.
Ci sono pochi, è vero, molto pochi politici che entrano sulla scena mossi da sogni idealistici, utopici: questi finiscono per essere i più catastrofici distributori della nostra infelicità. Volete qualche esempio?
Quanto alle autorità spirituali, non sono competente per dire alcunché.
Alcuni dei pochi preti che conosco sono simpatici. Comunque, come disse Lord Chesterfield, la religione è qualcosa da mai discutere in compagnia di estranei.

Per quanto riguarda il rispetto per gli Anziani, nei primi anni della mia vita professionale mi imbattei nel più sorprendente bastardo da me mai incontrato né prima né dopo, ed egli era un vecchio, e un aristocratico per giunta. Ora che ho settant'anni e quasi tutte le mie conoscenze sono più o meno della mia età, posso dirvi che i Vecchi, di per sé, non sono degni di speciale venerazione.

Quanto all'Umiltà, questa è di fatto una delle più sicure ricette per distruggere sé stessi. È così innaturale come cessare di respirare aria fresca e sforzarsi di provare con il cloro. Non funziona, semplicemente.
Quando ero giovanissimo e cercai onestamente l'umiltà divenni il più infelice ridicolizzato timido ragazzo in città.
Poi ebbi la fortuna di leggere «The Screwtape Letters» di Clive S. Lewis, (edito da Harper & Collins - nel caso vogliate leggere anche altre osservazioni intelligenti scritte da quel tipo brillante = quel professore di Magdalen College a Oxford che avete visto recitato da Anthony Hopkins nel film «Viaggio in Inghilterra». Mi pare di ricordare che il libretto fu anche pubblicato in Italia da Mondadori negli anni del dopoguerra con il titolo «Lettere di Berlicche»; ma non so se fu poi ristampato). L'umiltà dovrebbe essere dimenticanza di sé e non una forzata bassa opinione dei nostri talenti, che introdurrebbe soltanto una componente di disonestà nel nostro comportamento. Migliaia di umani furono persuasi nel passato che umiltà significa belle donne che si sforzano di considerarsi brutte, di uomini intelligenti che cercano di ritenersi stupidi. E poiché ciò che si sforzano di sentire può essere manifesta falsità, la loro mente gira a vuoto nello sforzo di ottener qualcosa di impossibile. Mentre il corretto stato mentale è quello di un uomo che è stato capace di progettare la migliore cattedrale del mondo, e sa che è la migliore, e prova piacere in questo, senza essere né più né meno contento che se l'avesse costruita un altro, rallegrandosi dei propri talenti come di qualsiasi altro dono della vita, un'aurora, un elefante, una cascata. Eh?

Ed ora avviamoci al prossimo trabocchetto nel labirinto. La prima cosa raccomandatami dalla mia brava mamma fu il Disinteresse. Lasciatemi dire chiaramente che provare ad essere disinteressato (non-egoista) è come provare a respirare cloro, come provare a essere umile nel senso ottuso descritto sopra. Non funziona: semplicemente perché il Disinteresse non esiste.
Mi rendo conto che questo verdetto è assai imbarazzante: che dire dei secoli di comportamento morale compendiato nel comandamento Ama il Tuo Prossimo?
Hmm. Se coloro che ubbidiscono al comandamento sono credenti, sono certi che il loro amore per gli strani e i nemici sarà premiato dopo la morte, così questo vi pare disinteresse? E un ateo che pratichi altruismo e generosità perché ne prova sollievo, vi sembra disinteressato?

Dobbiamo ammettere che c'è molta confusione quando si parla di Disinteresse: è una parola usata così frequentemente, soprattutto quando si riferisce all'Egoismo degli Altri.
Ieri sono andato a far visita ad una signora anziana e inferma qui vicino: ella è stata aggredita di nuovo da un ragazzo che l'ha buttata a terra per strapparle la borsa, e nella circostanza le ha rotto una clavicola. Ho accettato naturalmente l'idea che mia moglie (non io!! Lei, Mathilde, è la persona generosa della mia famiglia) vada a fare le compere per lei, fino a che la spalla non sarà guarita. «In che tempi terribili viviamo - disse la donna - vorrei esser morta più giovane piuttosto che patire tutto questo. Il giovane drogato che mi ha assalito la prima volta mesi fa fu arrestato dalla polizia, ma poi rilasciato a velocità record. La legge lo considera vittima non punibile della società egoista che lo circonda, sentenziò il giudice. Ed io, di chi sono vittima? della legge?».
Lei aveva la televisione accesa, in quel momento trasmettevano un reportage sui massacri degli Hutu, dei Tutsi.
«Guardi, disse la donna, questo è il modo in cui finisce il mondo. Noi siamo poche persone decenti e disinteressate circondate dall'alluvione di innumerevoli barbari, fino alla porta di casa nostra. Egoismo e violenza dappertutto. Mi spiace che i miei nipoti debbano vivere in un mondo così selvaggio».

(7.Continua)