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IL MANIFESTO di Carlo Federico

PRIMA PARTE

Ricchi di tutto il mondo, unitevi!

4.

 

Probabilmente la nostra genìa di Ricchi emerse molto tempo fa, dove e quando gli umani cominciarono a trasformare le loro tribù di cacciatori e assassini in dominii e poi in regni, in cui la capacità di accumulare il surplus di prodotti dell'agricoltura e di sfruttare la mano d'opera schiavizzata tolta alle tribù meno progredite offrì a gente improduttiva la possibilità di esistere, cioè al funzionario e al prete: il primo per la colletta dei tributi e il secondo per giustificare la cleptocrazia del Capo e le sue guerre di conquista. Insieme ai burocrati e ai preti in queste società sempre più sofisticate trovarono spazio gli artigiani, i tecnici di allora necessari per fare canoe, armi, tombe e palazzi architettonici. A quel punto qualcuno tra i burocrati gli ingegneri e i preti, oltre a tenere i conti di quanto grano accumulato nei silos, progettare la tomba del re e raccontare le gesta degli eroi, avrà trovato un po' di tempo per sé stesso lontano dalla diuturna fatica degli schiavi e potrebbe essersi dilettato in qualcosa di simile alla lettera scritta, implicante una certa disponibilità al silenzio e al raccoglimento. Probabilmente i nostri predecessori, i Ricchi primigeni, cominciarono a provare gioiosi viaggi verso l'interno di sé in quelle circostanze. Chi lo sa? Comunque sette secoli prima della definizione del cammello-cruna-dell'ago sembra che Pitagora, l'inventore della parola FiloSofia, abbia spiegato a Leon di Phlio: "Alcuni sono influenzati dall'amore per le ricchezze mentre altri sono pazzamente sospinti dalla febbre di potere e dominio, ma il tipo migliore di uomo è quello che si dedica a scoprire il significato e lo scopo della vita". Così, là eravamo. E qui siamo.

Hmm! Attenti a come si parla. Citare Pitagora potrebbe essere un errore. La Correttezza Politica in voga lo definirebbe Dead White European Male, ( maschio europeo, bianco e morto) uno di quelli come Platone Michelangelo Shakespeare Newton e Beethoven che "non solo sono responsabili di aver creato la maggior parte della insignificante arte, letteratura e musica che continua arbitrariamente a costituire il nucleo del curriculum universitario, ma anche cospirarono per addivenire all' ordine patriarcale industriale che continua a dominare il mondo" (definizione data da William Lutz, «DoubleSpeak», New York: Harper perennial, 1990, pag. 219). Chissà se Mr Lutz mi perdonerà per avere citato Pitagora.

Tra parentesi il vantaggio di una educazione classica, secondo l'opinione di Russel Green, è che ci mette in grado di disprezzare le ricchezze che non è in grado di procurarci. Qualche commento?

Ulteriore domanda: pensate che esista un ambiente particolare in cui i Ricchi possono meglio sbocciare? Be', sì e no, direi. In attesa delle vostre risposte potrei dire, tentativamente, che ci sono certi limiti all'esistenza dei Ricchi. Certo udiste che gli Uomini di Buona Volontà sono definiti il Sale della Terra. Io proporrei di descrivere il Ricco come Saccharomicetus ellipsoideus, capace di trasformare gli zuccheri fruttosio e glucosio in alcool: nel nostro gergo, gente che sa trasformare i doni della vita in totale gioia interiore. La fermentazione del vino funziona solo entro uno stretto intervallo di temperatura, e cessa quando l'alcool raggiunge il 15 per cento del volume. Convenite con me che i Ricchi Saccaromiceti hanno migliori chances entro condizioni ambientali limitate?

Credete che i miserabili che costituiscono la maggioranza dell'umanità, gli affamati, i disperati, abbiano tempo e voglia per scrutare serenamente all'interno di sé? Come apprendiamo leggendo le vicende di schiavi in questo nostro secolo (lo "zek" Ivan Denisovich Shukhov nella sua giocosa giornata in Gulag, oppure l' "Haeftling" Primo Levi in vacanza al Club Mediterran»e di Oswiecim-Brezesc = chiamato Auschwitz-Birkenau dagli operatori turistici NAZIonalSocialisti dell 'epoca) essi non avevano più occhi per prospettive lunghe, soltanto il ruvido lavoro da fare rapidamente senza soste, senza nemmeno pensarci. Senza pensare a nulla, i superstiti ci raccontarono: fino a che cascavano addormentati ogni felice sera su un soppalco a quattro posti. Se non avete niente, il vostro tempo personale incluso nel niente, temo che siate in una situazione non molto favorevole per l'ammissione nel nostro Club dei Ricchi, a meno che voi non foste gia' prima un Ricco incallito.

D'altra parte gente di grande "successo" può avere un altro tipo di difficoltà per unirsi a noi (secondo l'opinione = o i pregiudizi = che abbiamo nei riguardi di costoro). Avevamo semplificato la situazione definendo Poveri coloro che sentono che gli manca qualcosa (e perciò avidi ) mentre i Ricchi sono in pace con sé stessi perché contenti di ciò che gli è capitato di essere. Il nostro schema di mondo duale, l'insaziabile danaroso e il rapace indigente da una parte, e noi i distaccati Ricchi contenti di sé dall'altra (nel mezzo, per essere precisi) implica il fatto che nel nostro distinto Club possono trovarsi anche Ricchi miliardari senza particolare fanatismo per le loro ricchezze materiali, accanto a Ricchi di modeste condizioni, tutti contenti allo stesso modo. Fin qui sembra che vada tutto bene, dentro la nostra [manichea] teoria dell'Attitudine Interiore.

Be', un po' manichea lo è, vi pare? Quanti di noi credono davvero all'esistenza di quella Rara Avis, il Ricco Danaroso? In fondo in fondo, riusciamo a immaginare che il finanziere ed ex-mercante di armi Adnan Khasoggi, l'Emiro del Kuwait, il Sultano di Brunei, il dinamico George Soros e Bill Gates trovino il tempo di rilassarsi per il necessario frequente viaggio entro sé stessi? Essi sembrano un po' troppo presi dalle loro attività esterne. Probabilmente essi sono convinti di essere ricchi, ma noi ci sentiamo autorizzati a sospettare che la loro posizione interiore non sia genuina gioia; piuttosto una sorta di euforia, come i giocatori di roulette possono sperimentare. Una tale (altamente tollerabile) euforia ha poco in comune con la nostra ricchezza interiore (e molti tra noi vorrebbero provare la LORO dura vita, soltanto per curiosità, non è vero?).

(4. continua)