Quando leggere è un piacere e una autentica passione
Milano, 19 Aprile 2009
L'altro Simenon
Di lui è stato detto di tutto.
La sua produzione letteraria è da “Guiness dei primati”.
Ha scritto di tutto e per restare solo a Maigret, il suo personaggio più noto, tra il 1930 e il 1973 ha sfornato un’ottantina di storie, tradotte in cinquanta lingue e che hanno venduto qualcosa come cinquecento milioni di copie. In una settimana o al massimo dieci giorni era capace di scrivere un romanzo.
Georges Simenon (1908-1989) non è stato solo uno scrittore di successo, è stato una leggenda, un mito, un “mostro” della letteratura. Amava parlare di sé e raccontare mirabilie, forse vere forse inventate, sulle sue gesta di autore e di uomo. Eppure se prendiamo in mano quelli che vengono definiti i suoi romanzi “duri” non possiamo fare a meno di vedere l’altra faccia di Simenon. Un grumo duro e inossidabile che Simenon si è portato dentro per tutta la vita, mascherato da un ostentato cinismo e da uno stile di scrittura sempre lineare e scorrevole.
Penso a “La neve era sporca”, splendido ritratto in nero di un mondo dove tutti sono in guerra contro tutti.
Molti di questi libri ruotano intorno a un protagonista e alla improvvisa scoperta di una vita segreta che gli scorreva a fianco senza che lui se ne accorgesse. Poi all’improvviso uno di quei “momenti decisivi”, attimi che danno una svolta a un’intera vita e che Simenon è un maestro a descrivere:
“Il soffio di aria fredda in un lurido cortile, il vagabondo all’angolo di una strada, un negozio che rimane aperto a lungo dopo che tutti gli altri hanno chiuso, un ragazzo impaziente e nervoso che aspetta tutto agitato fuori dal negozio di un orologiaio l’amico che lo condurrà verso un futuro nuovo e sconosciuto”.
Il desiderio di fuggire dai problemi della vita e scomparire nell’anonimato, comune a molti di noi, è un altro tema ricorrente in queste storie di Simenon. “L’uomo che guardava passare i treni” è lo straordinario racconto di un uomo in fuga, che abbandona tutto per inseguire una vita diversa, solo sognata fino a quel momento.
Ecco che viene a galla l’altra faccia di Simenon, quella “esistenzialista” che va ad affiancarsi a quella “popolare” delle inchieste del commissario Maigret.
Due Simenon che non sono in contraddizione, tutti e due figli degli impulsi e delle ossessioni di un autentico genio.
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Silvano Calzini, milanese, laureato in Scienze politiche, terminati gli studi ha iniziato a lavorare come redattore editoriale presso varie case editrici. Oggi, cinquantenne, si è lasciato alle spalle l’entusiasmo iniziale, ma non l’amore per le buone letture, Londra, certi silenzi e altro ancora.
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