la
Bacheca Virtuale
di Silvano
Calzini
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Quando leggere è un piacere e una autentica passione
Milano,
9 ottobre 2006
Somerset Maugham: nato per raccontare
Inserito a pieno titolo in quella ristretta
elite di privilegiati che nella prima metà del Novecento si spostava in un
perenne vagabondaggio di lusso tra le grandi città europee, la Costa
Azzurra, Capri con qualche divagazione esotica nelle colonie dell'Impero
britannico in Estremo Oriente, a prima vista Somerset Maugham (1874 – 1965)
sembra la quintessenza dello snob inglese, anche se in realtà era nato a
Parigi e ha trascorso la maggior parte della vita, quando non era in
viaggio, in Francia. Risentito con il destino per la prematura scomparsa dei
genitori e più in generale con madre natura che non era stata
particolarmente benigna con lui, affetto da una pronunciata balbuzie e da
una statura non proprio imponente. Cinico, disincantato, spesso sarcastico e
per questo malvisto da molti contemporanei eccellenti, convinti di
riconoscersi nei protagonisti delle sue storie. Dunque Maugham non aveva
proprio niente per attirare le simpatie del prossimo, eppure è stato uno
degli scrittori di maggiore successo della sua epoca e tutt'oggi leggerlo è
un autentico piacere per ogni lettore degno di questo nome. E questo grazie
a una straordinaria abilità come narratore. Già, perché Maugham scrive in
modo divino. Abilissimo a maneggiare le parole, si esprime in una prosa
semplice e fluida con una leggerezza di tono che ha dell'incredibile. Un
autentico virtuoso nell'arte di costruire dialoghi sempre brillanti ed
efficaci. Insomma, un uomo nato per raccontare.
Cresce a Parigi perché il padre è addetto all'ambasciata britannica in
Francia, ma, dopo la morte di entrambi i genitori torna in Inghilterra e si
laurea in medicina. Eserciterà la professione solo per pochissimi anni,
anche grazie all'immediato successo riscosso dal suo primo romanzo, Lisa di
Lambeth, uscito nel 1897. Ammalatosi di tubercolosi si trasferisce nel sud
della Francia e poi a Parigi. Intanto continua a scrivere romanzi e
contemporaneamente le sue commedie spopolano nei teatri.
Scrive bene, ha successo di pubblico e guadagna molto, tanto che negli anni
Trenta arrivò a essere considerato lo scrittore più pagato al mondo. Si può
permettere di acquistare una magnifica villa a Cap-Ferrat e inizia a
raccogliere quadri dei maggiori pittori moderni.
La sua produzione svaria da grandi romanzi, primo su tutti "Schiavo
d'amore", a numerosissime commedie, fino ai racconti, che a parere di molti,
e anche mio, sono il vero e proprio fiore all'occhiello di Maugham. Non a
caso è stato paragonato a Maupassant come autore di short stories. Mi piace
citarne uno per tutti, "Pioggia", noto anche per la trasposizione
cinematografica con Rita Hayworth. Basta prenderlo in mano e cominciare a
leggere per restare inchiodati fino alla fine. La storia di uno scontro
epico tra un missionario e una prostituta, una lotta tra lo spirito e la
carne combattuta senza esclusione di colpi sotto una pioggia torrenziale e
incessante. Un racconto magnifico, dal ritmo incalzante, che ti coinvolge in
modo quasi parossistico fino a lasciarti alla fine esausto ma appagato,
nella mente e nei sensi.
Come ho già detto, Maugham ha scritto moltissimo e in varie forme, ma esiste
un sottile filo che tiene insieme tutta la sua opera. Una vena di
scetticismo che dà un tocco di amarezza costante, la cui origine molto
probabilmente va ricercata nella sua biografia. D'altra parte c'è una sua
citazione che mi sembra riassuma al meglio questa specie di retrogusto
amarognolo che impregna tutto quello che Maugham ha scritto:
"La gente mi ha sempre interessato, ma non mi è mai piaciuta".
Una sintesi perfetta per uno scrittore capace di creare attraverso le sue
storie splendidi ritratti di uomini, con i loro vizi e le loro virtù, grazie
a una conoscenza amara e problematica della vita.
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