la
Bacheca Virtuale
di Silvano
Calzini
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Quando leggere è un piacere e una autentica passione
Milano,
6 Febbraio 2006
Sigmund Freud,
l'apricervelli
Nel 2006 cade il
centocinquantesimo anniversario della nascita di Sigmund Freud e anch’io
voglio contribuire con una piccola personale celebrazione, se non altro per
gratitudine nei suoi confronti. Ricordo la lettura de “L’interpretazione dei
sogni”, fatta durante i miei confusi anni liceali, come un’avventura
straordinaria e affascinante, destinata a lasciare un segno profondo. Una di
quelle esperienze che sedimentano dentro di noi e continuano a lavorare
negli anni, plasmando e dando un senso alla nostra personalità. Se non
avessi letto Freud sarei senz’altro un’altra persona, certo non migliore.
Ricordo che mi avvicinai al libro completamente digiuno di
psicoanalisi e con una certa diffidenza, ma bastarono poche pagine per
accendere il mio entusiasmo. Intanto mi conquistò lo stile di Freud. Una
chiarezza esemplare nell’esposizione pur in un testo scientifico, con tanti
saluti all’esercito sempre numeroso di scrittori che il poco che hanno da
dire lo esprimono in modo confuso e contorto, evidentemente convinti che il
lettore debba essere abbagliato da effetti speciali e pseudotrovate
destinate a lasciare il tempo che trovano. Io invece mi sentii letteralmente
preso per mano da Freud e condotto in un fantastico viaggio attraverso i
meandri della psiche umana per arrivare all’inconscio, il nucleo centrale
della psicoanalisi. Pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, un mondo
nuovo si schiudeva davanti a me.
Preso dall’entusiasmo, mi gettai su tutti gli altri testi di Freud
pubblicati dalla Boringhieri, ma non sono diventato né uno psicoanalista né
un medico e quindi non ho nessun titolo per parlare della validità
scientifica della psicoanalisi, anche se resto scettico sulla sua efficacia
terapeutica; oltre tutto il guazzabuglio di teorie e controteorie, scuole e
controscuole che caratterizza da sempre il dibattito tra gli addetti ai
lavori non mi ha mai interessato più di tanto. Di una cosa però sono sicuro:
Freud è uno dei pochi autentici giganti del pensiero moderno. C’è un prima e
un dopo.
Gli psicoanalisti vengono ormai comunemente chiamati “strizzacervelli”,
ma per Freud ho sempre trovato più adeguata la mia personale definizione di
“apricervelli” perché a distanza di tanti anni l’immagine più significativa
che mi resta della lettura dei suoi libri è proprio quella di una grande
apertura. Verso me stesso prima di tutto, ma più in generale un’apertura e
una spinta formidabile verso la conoscenza.
Davanti al conformismo sempre più imperante e al bombardamento dei
luoghi comuni cui siamo sottoposti mi convinco ogni giorno di più che ci
sono letture che diventano, oltre che un piacere, una vera e propria forma
di autodifesa. Girate al largo da chi vuole fare della psicoanalisi una
nuova religione o la assume come un dogma assoluto oppure da quelli che ne
parlano, spesso a casaccio, per fare bella figura nei salotti eleganti.
Diffidate delle imitazioni e mettetevi nelle mani di Freud. Leggerlo è una
vera e propria palestra per la mente, uno stimolo destinato a durare nel
tempo a non fermarsi alla superficie delle cose, a non adagiarsi nelle
comode e troppo facili abitudini mentali, a coltivare il dubbio e a
diffidare delle certezze. Lasciatevi guidare da lui nelle profondità dei
nostri desideri, dei nostri amori, dei nostri odi e vi avvicinerete a verità
non solo individuali ma universali.Silvano Calzini
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