la
Bacheca Virtuale
di Silvano
Calzini
n. 1 -
2 -
3
-
4
-
5
-
6
-
7 -
8
-
9
-
10
-
11 -
12
-
13
-
14
-
15
-
16
-
17
-
18
-
19
-
20
-
21
-
22
-
23
-
24
-
25
-
26
-
27
- 28
Quando leggere è un piacere e una autentica passione
Milano,
5 Dicembre 2005
Il
prigioniero Guglielmo Petroni
“Come potevo non
essere felice? Dovevo esserlo e lo volevo: ma l’inganno non resse. Camminavo
in mezzo alla folla concitata, gli ultimi tedeschi fuggivano con i volti
tetri, con le armi spianate, ma io sentivo ingigantire nel mio cuore il
fastidio di tornare tra gli uomini: sentivo una fortissima attrazione per i
giorni trascorsi nelle luride celle delle prigioni che avevo conosciuto in
quelle poche settimane che parevano anni. Dunque la prigione, la libertà,
non sono vera prigione, vera libertà? È forse il mondo stesso una prigione?
Siamo forse noi stessi la nostra prigione, oppure è soltanto in noi, la
nostra libertà? Gli altri son forse la tua prigione?”
In queste riflessioni, fatte dal protagonista di “Il mondo è una
prigione”, stanno il valore inestimabile di un piccolo grande libro, e
purtroppo anche l’origine delle amarezze e dei dispiaceri per il suo autore,
Guglielmo Petroni (1911 – 1993). Uomo di grande cultura e civiltà, appartato
per carattere e per idiosincrasia con il mondo della letteratura, a cui per
altro apparteneva per diritto.
“Il mondo è una prigione”, scritto tra la fine del 1944 e il settembre
del 1945, ricostruisce le drammatiche vicende vissute dall’autore: arresto
da parte dei fascisti e dei nazisti, torture e peregrinazioni tra le celle
della famigerata via Tasso e di Regina Coeli, prima del ritorno alla
libertà, riconquistata grazie all’arrivo degli americani a Roma. Il romanzo
apparve su una rivista nel 1948 e venne pubblicato dalla Mondadori nel 1949
dopo vari rifiuti, tra cui quello della Einaudi. Accolto con favore da
alcuni critici di prestigio, fin da subito fu però bersaglio della cultura
di sinistra, che lo accusò di disfattismo. Per Petroni, che era e si sentiva
uomo di sinistra, fu un colpo molto duro, un’amarezza che non riuscì mai a
cancellare, nonostante il fatto che, con il passare del tempo, certi giudizi
vennero poi rivisti.
D’altra parte il libro andava a cozzare contro il dogmatismo imperante in
quegli anni. Una visione tutta ideologica e manichea della realtà, che
divideva nettamente il mondo in bene e male e non ammetteva dubbi di sorta.
In questa ottica l’Italia era un Paese che usciva trionfante dalla
Resistenza e si avviava sulle ali di un entusiasmo generalizzato verso un
futuro radioso. E invece “Il mondo è una prigione” metteva in primo piano
tutta una serie di dubbi e di riflessioni individuali; più che sul dramma
nazionale era costruito sull’esperienza privata del protagonista.
Proprio questo carattere intimo e privato della storia fu quello che
destò i maggiori sospetti e che portò all’accusa, gravissima allora in certi
ambienti, di “individualismo borghese”. Illuminante in questo senso una
riflessione presente nelle ultime pagine del romanzo: “Per le strade, per i
cosiddetti salotti, ai comizi, tra la folla che esultava, senza sapere bene
di che cosa, sempre di più compresi che cercare attorno a sé un nuovo
appoggio, un nuovo equilibrio ai propri passi sarebbe stato vano; eppure
quasi tutti cercavano fuori di se stessi, nelle strade, nelle parole degli
altri. Ma il primo passo verso la vita non si può fare se non partendo dal
fondo della propria anima”.
In realtà, la visione lucida e disincantata di Petroni, oltre a rendere
il libro un piccolo capolavoro e che in quanto tale parla ai lettori di ogni
tempo, lavorava in profondità e metteva in luce verità scomode, oggi come
allora. Le illusorie certezze di mondi nuovi e migliori, di palingenesi
della storia valgono niente; sconfiggere un regime politico non vuol dire
sconfiggere il male, che continua a vivere nell’animo degli uomini e fa
parte della condizione umana, tragica e limitata, nella quale siamo tutti
prigionieri e con cui dobbiamo fare i conti, giorno per giorno.Silvano Calzini
Ti piacciono queste pagine? Vuoi sostenere
L'ISTRICE, questo spazio on line tutto e sempre dalla parte della cultura? Puoi farlo
acquistando contrassegno i libri
Simonelli Editore
(basta una
e-mail) oppure, direttamente on line,
i
SeBook, i SimonellielectronicBook,
l'Economica On Line
e la loro versione in volume, stampata su richiesta: gli
Ex Libris, i
Libri su Misura.
|