di memoria, cultura e molto altro...
Ravenna, 18 Settembre 2020
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Franco Gàbici è Premio Guidarello di Giornalismo.
La Hoepli compie 150 anni
Nel racconto Le sorelle che apre Gente di Dublino di James Joyce, un ragazzino racconta in prima persona la morte misteriosa di un prete e al tempo stesso si balocca con certe parole che a suo dire gli hanno sempre suonato un po’ strane e queste parole sono paralisi, gnomone e simonia. Beh, se proprio lo volete sapere, anch’io nel mio piccolo, e precisamente negli anni della adolescenza, sono stato affascinato da alcune parole che, a differenza del protagonista di Joyce, mi ispiravano invece una certa venerazione. E una di queste parole era Hoepli, un nome strampalato che avevo visto sicuramente da qualche parte e che mi affascinava assai perché ero certo che qualsiasi cosa si celasse dietro quel nome non poteva che essere un qualcosa di straordinario. Perché uno mica può chiamarsi Hoepli così, alla leggera.
Hoepli!
Quell’“acca”, poi, davanti al nome intrigava non poco. Ricordo che la maestra la chiamava “lettera muta” e non si doveva pronunciare.
Mistero!
Ma la cosa mica finiva lì. Appiccicato a quel nome ci stava un Ulrico che in quanto a stranezza non era di certo da meno. Poi, crescendo, appresi che Ulrico Hoepli altro non era che il nome di un editore di origine svizzera che pubblicava manuali e testi scientifici e che ogni mese faceva uscire in edicola “Sapere”, una rivista di divulgazione scientifica che a partire dal 1957 acquistavo regolarmente, magari rinunciando a qualche gelato. E se oggi mi è venuto lo sfizio di parlare di Hoepli è per il semplice motivo che questa casa editrice compie quest’anno i centocinquant’anni di attività.
Nacque infatti nel 1870, l’anno della famosa “breccia di Porta Pia”, e anche Hoepli, tanto per essere in tema, con le sue edizioni praticò una “breccia” nel solido muro dell’ignoranza per farvi entrare quel bene irrinunciabile che si chiama cultura. E da cinque generazioni gli Hoepli, a partire da Ulrico senior, si sono passati il nome come un prezioso testimone fino all’ultimo Giovanni Hoepli, attuale direttore di questa prestigiosa editrice.
Il capostipite Hoepli fu anche il generoso mecenate che negli anni Trenta regalò alla città di Milano quella macchina meravigliosa che è il Planetario, che all’epoca era il secondo Planetario italiano (il primo era stato inaugurato a Roma). Non solo regalò lo strumento, ma anche il grazioso contenitore, la bella struttura in stile neoclassico progettata dall’architetto Piero Portaluppi che ancora oggi si può ammirare all’interno del parco di Corso Venezia e alla quale il grande Michelangelo Antonioni dedicò alcune sequenze nel suo “Cronaca di un amore”. E non avrei mai immaginato che il planetario sarebbe entrato nella mia vita perché per molti anni, come avrebbe detto Carlo Emilio Gadda, mi sono guadagnato il lesso dirigendo proprio il “teatro delle stelle” della mia città (Ravenna) e per motivi professionali ho avuto contatti e scambi di idee con il Planetario di Milano che proiettava sulla cupola le stelle usando ancora la “macchina” donata da Ulrico Hoepli.
Il nome di Hoepli è legato ai suoi famosissimi Manuali, il primo dei quali, “Il manuale del tintore”, uscì nel 1875. A questo seguì due anni dopo quello che è considerato il principe dei manuali, il “Manuale dell’ingegnere” (o Manuale Colombo) che ha dalla sua ben 85 edizioni.
Un secolo e mezzo di attività non è uno scherzo e se si va alla ricerca della ricetta per questa straordinaria longevità credo che possa essere racchiusa in queste dichiarazioni di Ulrico Hoepli apparse sul catalogo della “casa” in occasione dei suoi primi cinquant’anni:
“Tutti ebbero con me l’intima persuasione che il lavoro è di per sé stesso gioia dello spirito e sanità di corpo; tutti mi furono veramente compagni. Verso tutti è perciò grande la mia riconoscenza ed il mio affetto”.
Altri uomini e soprattutto altri tempi.
Franco Gàbici
Franco Gàbici
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996) e del sacerdote scrittore don Francesco Fuschini “Un prete e un cane in paradiso” (Marsilio, 2011), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007). È fondatore e direttore responsabile del “Bollettino dantesco per il VII centenario”. Nel 2007 gli è stato conferito il Premio Guidarello per il giornalismo d’autore. Nel 2019 ha vinto il Premio Comisso con la biografia “Leo Longanesi. Una vita controcorrente” (Il Ponte Vecchio, 2018).
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