L'ISTRICE

Guarda le VideoConversazioni di Luciano Simonelli: Clicca Qui >>>
Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 
Sommario
Libri
SeBook
Ex Libris
Dialettando.com
Home Page Simonel
The Web Park Speaker's Corner
   
 


di memoria, cultura e molto altro...      Ravenna, 15 Maggio 2020




n.1  2  3  4   5  6  7  8  9  10  11  12  13  14  15  16  17  18  19  20
  21  22  23  24  25  26  27  28  29  30  31  32  33  34  35  36  37  38  39  40  41  42  43  44  45  46  47  48  49  50  51  52  53  54  55  56  57  58  59  60  61  62  63  64  65  66  67  68  69  70  71  72  73  74  75  76  77  78  79  80  81  82  83  84  85  86  87  88  89  90  91  92  93  94  95  96  97  98  99  100  101  102  103  104  105  106  107  108  109  110  111  112  113  114  115  116  117  118  119  120  121  122  123  124  125  126  127  128  129  130  131  132  133  134  135  136  137  138  140  141  142  143  144  145  146  147  148  149  150  151  152  153  154  155  156  157  158  159  160  161  162  163  164  165  166  167  168  169  170  171  172  173  174  175  176  177  178  179  180  181  182  183  184  185  186  187  188  189  190  191  192  193  194  195  196  197  198  199  200  201  202  203  204  205  206  207  208  209  210  211  212  213  214  215  216  217  218  219  220  221  222  223  224  225  226  227  228  229  230  231  232  233  234  235  236  237  238  239  240  241  242  243  244  245  246  247  248  249250  251  252  253  254  255  256  257  258  259  260  261 262 263  264  265  266   267  268  269270  271  272  273  274  275  276  277  278  279  280  281  282  283  284  285  286  287  288  289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299
300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321
322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338  339


Ti sei perso una cosa...Le VideoConversazioni di Luciano Simonelli. Se hai un collegamento ADSL, Guardale


Franco Gàbici è Premio Guidarello di Giornalismo.

È morto Little Richard!

  Tutte le volte che un cantante degli anni Cinquanta passa all’altra riva ho la sensazione di perdere un vecchio e caro amico. E Little Richard è stato uno di quegli amici lontani che con le sue canzoni indiavolate ha contribuito a costruire la colonna sonora degli anni più spensierati della mia vita.
Correva il 1958 quando per il mio quindicesimo compleanno mi fu regalato il giradischi (detto anche fono-valigia), un Lesa-Rubino che all’epoca costava circa 50 mila lire, quasi il mezzo stipendio di un operaio. Per questo motivo i possessori di questi aggeggi erano molto rari e io, con malcelato orgoglio, passai a far parte della categoria dei privilegiati. E succedeva poi che alcuni amici acquistassero dischi (quasi sempre 45 giri o tutt’al più qualche EP – che erano 45 con quattro canzoni – ma pochissimi 33 o LP perché costavano troppo) e poi venivano ad ascoltarli a casa mia dove da poco era entrato il giradischi. E ricordo che i primi dischi che misi sul piatto del Lesa furono Love is a many splendored thing e Stranger in paradise eseguiti dalla tromba d’oro di Eddie Calvert e Sayonara cantata da Eddie Fisher che a quei tempi, se non sbaglio, se la faceva con la Liz Taylor.
Entrambi i dischi mi erano stati regalati ma il giorno dopo con i soldi raggranellati dal compleanno andai subito ad acquistare l’EP di Harry James (The high and the mighty, Three coins in the fountaine, The touce, O, mein papa) e il 45 giri di Tutti Frutti cantato da Little Richard.
In quel lontano 1958 il grande Domenico Modugno aveva sconvolto i canoni sanremesi con la sua strabiliante Volare, una canzone vincitrice che per la prima volta nella storia del festival non faceva comparire nel testo, scritto da Migliacci, la parola amore che spesso faceva rima banale con cuore. La gente, però, aveva ancora negli orecchi le “vola colombe”, le “casette in Canadà”, le “edere”, i “vecchi scarponi” e compagnia bella e vi assicuro che quando in casa mia cominciarono a risuonare le note di Tutti frutti i miei di casa pensarono che fossi diventato matto. Ma che roba è mai questa?
Noi ragazzi invece impazzivamo e battevamo il tempo in sintonia con gli urli e gli strilli del vecchio Richard che proprio in quegli anni lo vedemmo dal vivo nel film Mister rock and roll mentre si accompagnava al pianoforte con attorno la sua Band formata da parecchi sassofonisti tutti vestiti di bianco come tanti gelatai. Era la classica musica da ragazzacci sfrenati e per di più Tutti frutti era cantata da un artista di colore e questo all’America pudica e un po’ bacchettona non piaceva e così si ricorse immediatamente ai ripari e si obbligò il melodicissimo Pat Boone, il bravo ragazzo tutto casa e famiglia, a farne una versione edulcorata.
Pat Boone si cimentò anche nel cinema e fece molto chiasso il patto che strinse con la moglie: niente baci alle tue partner sul set! Il classico bravo ragazzo insomma. Vero testimonial di sani valori. Però, c’è un però, come scrive Alessandro Portelli: “Le canzoni rock rieseguite da Pat Boone sono un autentico capolavoro di tolleranza repressiva. Basta sentire come canta Tutti frutti di Little Richard: sembra che le abbiano messo una palla al piede”. Morale della favola: “I ragazzi per bene possono anche cantare questa roba da negri, sembra dire, purché lo facciano come si deve, senza sfrenatezze”.
Anche Elvis Presley si cimentò con la canzone e senza nulla togliere alla grandezza del Re del rock la versione di Little Richard è e resterà unica. Ma legata alla biografia di questo straordinario artista c’è una storia davvero curiosa. Nel bel mezzo del successo, quando sui giradischi giravano all’impazzata Tutti frutti e la “selvaggia” Lucille, giunse inattesa come un fulmine a ciel sereno la notizia del suo ritiro dalle scene per abbracciare, dopo essersi convertito al cristianesimo, la carriera del predicatore. La notizia fece abbastanza scalpore e nell’estate del 1958 un giornalista dopo aver recensito il film Mister rock, and roll concludeva con questo commento:
“Auguriamoci che il suo esempio sia contagioso. Per la maggior salvezza delle nostre anime e per un maggior riposo dei nostri timpani”. Poi nel 1960 Little Richard ritornò sulle scene e continuò a cantare, come mi auguro continui a fare anche adesso, lassù, fra lo scompiglio degli angeli che, abbandonate le loro arpe, batteranno le ali al ritmo del suo scatenatissimo rock.

Franco Gàbici




 

Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996) e del sacerdote scrittore don Francesco Fuschini “Un prete e un cane in paradiso” (Marsilio, 2011), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007). È fondatore e direttore responsabile del “Bollettino dantesco per il VII centenario”. Nel 2007 gli è stato conferito il Premio Guidarello per il giornalismo d’autore. Nel 2019 ha vinto il Premio Comisso con la biografia “Leo Longanesi. Una vita controcorrente” (Il Ponte Vecchio, 2018).


Franco Gabici

Diventa anche tu Amico

Diventa anche tu Amico

Guarda Le VideoConversazioni
di Luciano Simonelli

Su facebook
The Web Park
Speaker's Corner

PARTECIPA!
 .
 

Diventa anche tu Amico

Diventa anche tu Amico

Diventa anche tu Amico

Diventa anche tu Amico

 .
© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved