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di memoria, cultura e molto altro...      Ravenna, 19 Novembre 2014



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Franco Gàbici è Premio Guidarello di Giornalismo.

Hedy Lamarr
ed i telefonini


  Hedy Lamarr, la donna più sexy del mondo, aveva scandalizzato il globo terracqueo per la sua apparizione senza veli nel film “Estasi”. Voi direte, ma cosa sarà mai un nudo donna, ma dovete pensare che questa epifania di nudo accadde nel 1933 e dunque potete comprendere lo scalpore che suscitò.
Ovviamente il film non se la passò liscia perché fu oggetto di censure e a volte venne pure tolto dal circuito cinematografico. In Italia venne proiettato l’anno dopo alla Mostra del Cinema di Venezia mentre il marito di Hedy, gelosissimo, tentò di acquistare tutte le copie del film per toglierle dalla circolazione perché non gli andava che le nudità di sua moglie fossero condivise da intere platee di persone. Pare però che l’impresa non gli riuscisse.
Ma perché ricordare la bella Hedy Lamarr?
Semplice. L’attrice nasceva giusto cento anni fa, a Vienna, nel novembre del 1914 e in occasione di questa ricorrenza non vogliamo celebrare l’attrice (il cui vero nome è Hedwig Eva Maria Kiesler) bensì mettere in luce un aspetto poco conosciuto della sua geniale ed estroversa personalità. La bella Hedy, infatti, udite udite, è stata anche una scienziata e se noi oggi usiamo i telefoni cellulari lo dobbiamo proprio a lei, che insieme a George Antheil, inventò una particolare tecnica che oggi è alla base della telefonia mobile.
Davvero incredibile questa storia, che smentisce il luogo comune secondo il quale spesso la bellezza non va d’accordo con l’intelligenza. E del resto la stessa Hedy ironizzava su questo aspetto quando dichiarò che non era affatto difficile diventare una grande ammaliatrice perché bastava “restare immobile e recitare la parte dell’oca”.
L’invenzione di Hedy Lamarr nasce nel contesto della seconda guerra mondiale. Corre l’anno 1942, l’America è entrata in guerra da un anno e Hedy, che ha già girato una ventina di film, ricordando quel periodo scrive: “ero una attrice e lo sarò sempre, anima e corpo, eppure sentivo che c’erano cose molto più importanti dei film”. E proprio per dare una mano all’America in armi giunge alla sua invenzione.
Tutto inizia nell’estate del 1940 quando l’attrice incontra George Antheil, un bizzarro musicista compositore che si diletta di costruire “macchine musicali”. Antheil studia anche endocrinologia e Hedy decide di incontrarlo per chiedergli consigli su come ingrandire i suoi seni, problema che l’ha sempre afflitta.
I due, dunque, si incontrano e Hedy gli confida di sentirsi in colpa per la sua situazione di europea ricca e famosa che se ne sta a Hollywood quando in Europa infuria la guerra. Ma la cosa più sorprendente è che Hedy gli dice anche di essere una esperta in fatto di munizioni e di armi segrete, una bagaglio acquisito all’epoca del matrimonio con Fritz Mandl, proprietario di grandi fabbriche di munizioni austriache. Mandl spesso riceveva in casa esperti per discutere di armi e le conversazioni avvenivano in presenza della moglie perché il marito era convinto “che lei non fosse in grado di distinguere la a dalla zeta”.
E invece Hedy seguiva le discussioni e memorizzava gli argomenti più interessanti e così un bel giorno, mentre con la sua voce accompagnava George che stava suonando il pianoforte, notò che loro due si intendevano perfettamente nonostante le continue variazioni di tono.
Il clima della guerra fece il resto e Hedy pensò a un sistema da applicare ai siluri radiocomandati. Guidata da questa idea immaginò di dividere il campo di frequenze disponibili in 88 canali (tanti quanti sono i tasti del pianoforte!) per fare in modo che la trasmissione venisse fatta rimbalzare da un canale all’altro secondo una successione segreta il cui codice era conosciuto solamente da chi trasmetteva e da chi riceveva. E il sistema, applicato ai siluri telecomandati, metteva in difficoltà il nemico perché la radiotrasmissione cambiava continuamente frequenza. Ma l’aspetto più straordinario è che il modo di trasmettere ideato dall’attrice anticipava lo “spread spectrum” che oggi è alla base della telefonia mobile perché senza di esso i miliardi di conversazioni che vengono scambiate ogni giorno in tutto il mondo interferirebbero continuamente fra di loro causando un vero caos di parole e di rumori.
L’invenzione, però, non venne presa in considerazione e solamente nel 1997 la Electronic Frontier Foundation conferì a Hedy Lamarr e a George Antheil il “Pioneer Award” per la loro geniale invenzione. [si legga anche l'eBook «Sentieri di Celluloide n.3» di Joe Denti]
Hedy è ormai alla fine della sua carriera di attrice (il suo ultimo film, “L’animale femmina” di Harry Keller, uscirà l’anno dopo) e dopo avere appreso la notizia del riconoscimento lascerà questo sarcastico commento: “Era ora!”.
L’attrice sarebbe scomparsa tre anni dopo, nel gennaio del 2000. La sua invenzione, opportunamente modificata, aveva trovato impiego militare anche durante il famoso “blocco di Cuba” del 1962. Niente male per una attrice la cui fama fu sempre legata alla sua apparizione senza veli!

Franco Gàbici

Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoLettura delle pagine che Franco Gàbici dedica a “Nel Blu dipinto di Blu” di Domenico Modugno e Franco Migliacci nel suo “Una Canzone al Giorno”, il libro per “riascoltare” la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.




 

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Una Canzone al Giorno  di Franco Gàbici
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. E' direttore responsabile della rivista Gnomonica e redattore di Nuova Civiltà delle Macchine. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).



 


Franco Gabici

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