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di memoria, cultura e molto altro...      Ravenna, 12 Febbraio 2013



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Franco Gàbici è Premio Guidarello di Giornalismo.

Per San Valentino
arriva l'Asteroide!


  Chi voleva la fine del mondo a tutti i costi sarà felice di sapere che nel giorno di San Valentino, 14 febbraio, un asteroide farà la barba al nostro già incerottato pianeta, ma gli esperti stanno provocando non poche delusioni ai catastrofisti perché assicurano che la fine del mondo anche per questa volta sarà rimandata a data da destinarsi.
L’asteroide incriminato si chiama “2012 DA 14” e si tratterebbe dell’incontro più ravvicinato di uno di questi corpi celesti che la storia ricordi. L’oggetto, infatti, passerà ad appena 30 mila Km dalla Terra (la Luna dista da noi mediamente 300 mila Km, caso mai a qualcuno venisse in mente di avere un parametro di paragone…) e se si tiene conto che i satelliti cosiddetti geostazionari se ne stanno a 37 mila Km ciò significa che l’asteroide potrebbe centrarne qualcuno.
Tanto per condire la notizia, il fenomeno viene presentato con un linguaggio molto nazionalpopolare e anziché dire che l’oggetto ha un diametro all’incirca di 50 Km si dice che ha le dimensioni di un campetto di calcio (il calcio, infatti, sembra essere l’unica cosa che interessi agli italiani) e per gli appassionati di catastrofismo si dice anche che se l’asteroide impattasse con la terra si svilupperebbe un’energia pari a, indovinate?, cento bombe atomiche simili a quelle sciaguratamente sganciate su Hiroshima nell’agosto del 1945, quando io avevo da poco compiuto i due anni.
L’asteroide, poi, provocherebbe un cratere come quello famoso in Arizona. Ma al di là di tutti questi “…ebbe” resta il fatto che l’asteroide non colpirà la terra mandandola in frantumi e così la gente potrà starsene tranquilla davanti alla televisione e gustarsi il suo bel Sanremo che a considerare il clamore con cui viene presentato sembra che gli italiani non stiano aspettando altro.
L’asteroide, però, non sarà visibile ad occhio nudo ma occorrerà utilizzare un binocolo o un piccolo telescopio e soprattutto bisognerà avere un’idea di dove puntare gli strumenti.
Lo spettacolo inizierà, minuto più minuto meno, intorno alle 20.30 del 14 febbraio quando l’asteroide apparirà nella costellazione della Vergine per poi dirigersi verso l’Orsa Maggiore passando per il Leone. Per chi è poco pratico di cose celesti c’è però una buona notizia.
A partire dalle 23 http://www.virtualtelescope.eu/webtv/ oppure http://events.slooh.com/ trasmetteranno in diretta (sullo schermo del computer, ovviamente) l’evento.
Il cielo, però, in questa stagione non è che offra scenari adatti alle osservazioni astronomiche perché è quasi sempre imbronciato. E poi, non dimentichiamolo, siamo a febbraio, un mese che Vincenzo Cardarelli definì “sbarazzino” e “ragazzo fastidioso, irritante che mette a soqquadro la casa”. Dice anche che “non ha i riposi del grande inverno” ma “le punzecchiature, i dispetti di primavera che nasce” e, infine, “rimuove il sangue, annuncia il folle marzo periglioso e mutante”.
Ah Cardarelli! Il suo “Meridiano” mondadoriano è sempre accanto a me e lo caccio in valigia quando mi allontano da casa. Mi tengono compagnia le sue poesie ma soprattutto le sue prose, che non sono da meno. So a memoria “Autunno” e “Gabbiani”, se proprio lo volete sapere. E di fronte a lui mi sento piccino piccino e mi verrebbe voglia di piantarla di scrivere. Ma la malattia dello scrivere è di quelle inguaribili.
Marino Moretti se ne doleva e non per nulla scrisse “Scrivere non è necessario”, però scriveva, mentre Luigi Malerba se ne vergognava e pubblicò “Che vergogna scrivere”, ma intanto scriveva pure lui.
Malerba parla anche di un personaggio molto presente nell’editoria ed è il “non lettore”, un figuro che acquista libri ma non li legge e ricorda la saggezza antica citando Luciano di Samosata che nel secondo secolo dedicava al “non lettore” queste considerazioni: “Credi di passare per dotto comperando in grande quantità i migliori libri, e ti succede al contrario che questo per l’appunto è indizio di ignoranza”. Ma prima di lui le stesse considerazioni le aveva fatte Giovenale quando nella seconda satira dice più o meno così: “il colmo della perfezione consiste nel possedere in casa un ritratto di Aristotele o di Pittaco o nell’ordinare uno scaffale per conservarci gli originali di Cleanto”.
Come vedete la storia insegna che tutto si ripete e anche oggi c’è gente che acquista libri per sistemarli negli scaffali e magari compra solamente libri rilegati così fanno bella figura. Per la verità anch’io spesso acquisto libri per poi non leggerli ma se non li leggo è perché al momento dell’acquisto sono impegnato a leggerne altri e se la lettura mi appassiona va a finire che poi mi dimentico dei libri acquistati e non li leggo proprio, ma a tutto questo va anche aggiunto che molto spesso gli editori mi spediscono a casa plichi di libri con la pretesa (giustissima, per carità) che io li legga tutti per farne recensioni ma voi capite che se uno dovesse leggere tutti i libri che il postino o il corriere gli recapita a casa non avrebbe più il tempo di fare altro.
E allora chi scriverebbe più le “Bollicine”?

Franco Gàbici

Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoLettura delle pagine che Franco Gàbici dedica a “Nel Blu dipinto di Blu” di Domenico Modugno e Franco Migliacci nel suo “Una Canzone al Giorno”, il libro per “riascoltare” la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.




 

Simonelli Editore consiglia di leggere:
Una Canzone al Giorno  di Franco Gàbici
Gadda - Il dolore della cognizione  di Franco Gàbici
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Franco Gàbici (Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. E' direttore responsabile della rivista Gnomonica e redattore di Nuova Civiltà delle Macchine. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).



 


Franco Gabici

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