Anche il Papa non ne può più degli oroscopi e degli indovini e proprio in apertura dell’anno nuovo ha lanciato urbi et orbi il suo messaggio. Il Papa ovviamente non può andare giù di brutto e infatti nel suo primo Angelus si è limitato a definire le chiacchiere visionarie degli astrologi “improbabili pronostici”, ma chissà se i 50 mila presenti in Piazza San Pietro o i milioni di fedeli che lo hanno seguito in tivù abbiano recepito il suo messaggio!
Qui purtroppo la faccenda è molto seria perché la gente continua a credere a questi ciarlatani e dal momento che la nostra televisione ha paura che gli italiani non siano stupidi abbastanza ecco che ti inventa una trasmissione in prima serata tutta dedicata ai segni zodiacali, alle previsioni e a tutto il campionario di scempiaggini che purtroppo siamo costretti a sorbirci. E il tutto presentato come se l’astrologia fosse una cosa seria mentre invece una televisione intelligente, se proprio non poteva fare a meno di propinare un programma del genere, avrebbe dovuto avvertire l’immenso parterre dei telespettatori che tutte le affermazioni all’interno della trasmissione andavano prese con le molle e che tutto era un gioco e invece macchè la trasmissione è andata in pasto alle onnivore zanne del popolaccio senza un briciolo di commento e soprattutto non ha tenuto conto di tutte le proteste che hanno fatto da corona all’evento. Sì, perché le proteste ci sono state eccome, e tutte proteste vibranti (le proteste sono sempre vibranti, chissà perché) e mica fatte dall’uomo della strada ma da organismi che intenderebbero tutelare la salute mentale di chi tracanna i programmi televisivi.
E pensare che anche in passato le proteste contro l’astrologia erano altrettanto vibrate. Pensate al filosofo Sesto Empirico, ad esempio, vissuto nel II secolo dopo Cristo e vabbé che questo tizio fosse uno dei maggiori esponenti dello scetticismo ma intanto lui nel suo Adversus mathematicos fa le pulci agli astrologi e pure il poeta Ennio, quattro secoli prima, aveva espresso un parere negativo nei confronti degli oroscopari e a dimostrazione che gli antichi romani facevano le cose sul serio nel 139 a.C. astrologi e indovini vengono cacciati dalla Città Eterna.
Anche Cicerone e Lucrezio credono poco all’astrologia mentre invece Giulio Cesare adotta il Toro come segno delle sue legioni e Augusto batte monete sulle quali appare il segno del Capricorno anche se lui, dicono gli storici, era della Bilancia.
Tiberio aveva addirittura l’astrologo personale nella figura di Trasillo di Mende, che lo aveva incontrato a Rodi mentre si trovava in esilio. Tiberio, però, che evidentemente non era un pressappochista, pretendeva previsioni esatte e se gli astrologi sgarravano i pronostici, lui li portava sulla sommità di una rupe nell’isola di Capri, dove si era fatto costruire una villa, e li buttava giù, così imparavano. E anche gli imperatori cinesi non scherzavano e se qualche astrologo sbagliava la previsione di una eclisse veniva ucciso senza tanti complimenti.
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione su “Una Canzone al Giorno” per riascoltare la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.
E poi non dimentichiamo Tertulliano e Sant’Agostino, che avevano poco nella manica gli astrologi. Anche Pico della Mirandola aveva poco feeling con certa astrologia, come dimostrano le sue Disputationes adversus astrologiam divinatricem, un’opera incompiuta i cui concetti sarebbero stati ripresi da Girolamo Savonarola nel suo Trattato contro gli astrologi.
Ma nonostante tutto l’astrologia ha attraversato indenne secoli e secoli di storia e purtroppo ce la troviamo ancora viva e vegeta ai nostri giorni, con gli oroscopi stampati sui giornali e tutto quanto.
E che dire di quelli che sono nati nello stesso giorno? Sono nati nel mio stesso giorno Santa Rita (1381), Laurence Olivier (1907), Charles Aznavour (1924), il calciatore Gorge Best (1946) e Noemi Campbell (1970) e non credo che tutti questi personaggi abbiano a spartire con me tratti comuni del carattere. Tanto per cominciare non sono un santo come Rita, non ho mai avuto vocazioni per far l’attore come Olivier e non credo nemmeno di esser portato a far sfilate di moda come Noemi. Però in età giovane vinsi un festival per i cantautori e giocavo discretamente a calcio, ma tutto questo non significa nulla. Dicono poi che i nati sotto il segno dei Gemelli abbiano particolari propensioni per il giornalismo e in effetti anch’io qualche propensione me la ritrovo, ma come la mettiamo che Indro Montanelli pur essendo del Toro, è stato un grande, se non il più grande, giornalista italiano? Dai, che ha ragione Benedetto XVI quando dice di stare in guardia dalle previsioni. Non mescoliamo le stelle con le miserie umane e soprattutto non tiriamole in ballo se i nostri affari non funzionano. In gran parte siamo noi gli artefici delle nostre fortune. E non diamo credito a chi crede a certe cose. Ve lo dice uno che è nato sotto il segno dei Gemelli, che è lo stesso segno di Dante, il più grande poeta del mondo, che nella sua Commedia cacciò maghi ed indovini all’Inferno.
In questa partita entra anche Leonardo da Vinci che nelle sue Profezie scrive “Tutti li strolagi saran castrati”. Con il termine strolaga si definisce una categoria ben precisa di volatili simili alle anatre, ma strolago significa anche astrologo. Non è dato sapere, dunque, se il grande Leonardo con questo suo aforisma intendesse far riferimento alle anatre o agli astrologi. Ad ogni buon conto, se fossi un astrologo mi preoccuperei.
Franco Gàbici
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoLettura delle pagine che Franco Gàbici dedica a “Nel Blu dipinto di Blu” di Domenico Modugno e Franco Migliacci nel suo “Una Canzone al Giorno”, il libro per “riascoltare” la colonna sonora dei favolosi Anni Sessanta.
(Ravenna, 22 maggio 1943). Laureato in fisica, è stato dal 1985 al 2008 direttore del Planetario e del Museo di scienze naturali di Ravenna. Giornalista pubblicista, collabora con articoli di scienza e costume ai quotidiani Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno - Avvenire. E' direttore responsabile della rivista Gnomonica e redattore di Nuova Civiltà delle Macchine. Presidente del comitato ravennate della "Dante Alighieri" è autore di numerosi saggi di storia locale ("Ravenna: cento anni di cinema", "Leopardi turista per caso"...), ha scritto "Didattica col Planetario" (La Nuova Italia, 1989) ed è autore dell'unica biografia di don Anacleto Bendazzi, considerato il più grande enigmista italiano ("Sulle rime del don", Ravenna, Essegì, 1996), "Gadda - Il dolore della cognizione" (Simonelli Editore, 2002; SeBook, 2004), "Buon Compleanno,ONLY YOU!" (Simonelli Editore, SeBook, 2005), Una Canzone al Giorno" (Simonelli Editore, 2007).