ADESSO BASTA

 

Da quando, alla fine di maggio, è uscito «San Donnino, cella 31» di Roberto Festorazzi è cominciato uno stillicidio di attacchi non solo nei confronti del libro colpevole, a quanto pare, di sottoporre al giudizio degli uomini e della Storia un documento inedito di dichiarata provenienza fascista, ma anche della casa editrice.
Di noi si è addirittura detto e scritto che con questo volume partecipavamo a chissà quale disegno di revisione storica da parte della destra. Non solo, qualcuno, citando Whitman, ci ha minacciato con la sua frase: «Voi, pagati per ingannare il popolo, voi, bugiardi, badate». Ed altri, certamente più rozzi ma dimostrando anch'essi di non aver letto il volume, lo hanno definito «spazzatura» e anche «pettegolezzi di terza mano» (come poi possa essere di terza mano un documento tanto originale quanto inedito è solo la malafede a farlo scrivere). Ed è, naturalmente, scattato il passaparola per non sfogliare neppure il libro, secondo le migliori regole di chi immagina la democrazia, la libertà, il libero confronto dei documenti e delle idee in salsa stalinista. Un gran brutto segnale. Ma non mi sorprende.
Evidentemente, in questa nostra Italia in cui non esiste la CULTURA (ma quella di destra, di centro e di sinistra) e neppure LA RICERCA (ma quella di destra, di centro e di sinistra) non si riesce neppure a concepire che possa esistere una casa editrice che si pone al di fuori di qualsiasi parte, che cerca, con non poca fatica, di realizzare il sogno di una editoria davvero indipendente, una casa editrice che non si autocensura e che in ogni volume "non prende le parti di nessuno" ma offre sempre documenti inediti, ricerche seriamente documentate e non fa mai libri che siano cloni di altri (caso mai "grossi" editori hanno fatto e fanno cloni dei nostri) oppure inutili. Trovo quindi intollerabile, esemplare segno di disonestà intellettuale (disonesto intellettualmente è per me chi parte da idee preconcette e non accetta di rimettere in discussione sempre tutto, anche se stesso, per continuare a crescere, giorno dopo giorno, personalmente e intellettualmente) avventarsi su un volume che non vuole dare ragione a nessuno e non si schiera dalla parte di nessuno ma offre altri documenti su cui è sempre benvenuto il dibattito, il confronto e la contrapposizione delle idee, anche aspro, per carità, ma civile.
Quindi, ADESSO BASTA con questi giochi "ancient regime" in cui si ha talmente la coda di paglia che il solo sfiorare il nome di un eroe della Resistenza (che resterà sempre un eroe come chiunque ha sacrificato la vita per la Patria) o il dare una versione documentata, ma fuori dal coro, di un'azione partigiana, è sufficiente per essere additati al pubblico ludibrio.
Riferendosi a quella frase di Whitman usata contro il libro di Festorazzi e la casa editrice ha osservato Pier Luigi Battista nella sua rubrica "Parolaio" su La Stampa, con una punta di ironico ottimismo: «Deve esserci certamente un errore di stampa, essendo esclusa un'oscura minaccia a mezzo stampa (e con la scusa della licenza poetica)». Mi auguro che questo florilegio d'intolleranza e d'insulti sia davvero tutto un errore di stampa. Invito Festorazzi e chiunque abbia qualcosa da eccepire ad affrontarsi in un pubblico quanto serio dibattito, ad armi pari. E non usando lo stillicidio di interventi e repliche in cui ha l'ultima parola soltanto chi gode di maggiori amicizie all'interno di questo o quel giornale. ADESSO, COMUNQUE, BASTA, signori miei. Questa casa editrice non è comunista perché ha pubblicato «L'inchiostro verde di Togliatti»; non è fascista perché ha pubblicato «San Donnino, cella 31»; non è monarchica perché ha pubblicato «La regina incompresa», «Il re signore», «La giovinezza di Vittorio Emanuele III»; non è anticlericale perché ha pubblicato «Adesso basta, Monsignore!» (molto prima delle "vie col vento"...) o «Gesù contro Cristo»; non è omosessuale perché ha pubblicato «Il Garofano Blu», la prima biografia italiana dell'adorato amico di Oscar Wilde... Questa casa editrice è molto seria e molto curiosa. È nata, esiste e resiste, per scoprire, ricercare, approfondire tutto quanto non è stato ancora davvero scoperto, approfondito, ricercato e avere poi il piacere di raccontarlo con un tono narrativo accessibile a tutti. Un progetto di libertà, di indipendenza e di maturità politica, il mio, ma evidentemente fastidioso, molto fastidioso...

Luciano Simonelli

 

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