la
Bacheca Virtuale
di Silvano
Calzini
n. 1 -
2 -
3
-
4
-
5
-
6
-
7 -
8
-
9
-
10
-
11 -
12
-
13
-
14
-
15
-
16
-
17
-
18
-
19
-
20
-
21
-
21
- 23
Quando leggere è un piacere e una autentica passione
Milano, 20 giugno 2005
Scopri e acquista i libri Simonelli Editore
Norman Mailer:
scrittore di guerra e di vita
“Nessuno poteva dormire. All’alba avrebbero calato in
mare i mezzi d’assalto, e una prima ondata di truppe, attraverso lo
specchio d’acqua, sarebbe sbarcata e avrebbe dato battaglia sulla
spiaggia di Anopopei. Sulla nave, in tutto il convoglio si sapeva che,
nel giro di poche ore, qualcuno sarebbe morto. Un soldato se ne sta
supino nella sua amaca, con gli occhi chiusi, ma è sveglio. Tutt’intorno
a sé, simile all’infrangersi della risacca, egli ode il mormorio degli
uomini nel loro sonno agitato. ‘Non lo farò, non lo farò!’ grida
qualcuno in sogno, e il soldato apre gli occhi, li gira lentamente per
la stiva, e il suo sguardo si perde nell’intrico delle amache, dei corpi
nudi e die sacchi oscillanti.”
Comincia
così, con questa atmosfera di attesa per qualcosa di grande e di
terribile, “Il nudo e il morto” il romanzo che Norman Mailer pubblicò
appena venticinquenne nel 1948 e che riscosse subito un grandissimo
successo. Un libro che racconta in presa diretta per più di 800 pagine
l’esperienza bellica dell’autore nella Seconda guerra mondiale nel
Pacifico. Quello che all’epoca suscitò scalpore fu soprattutto il
linguaggio: fino ad allora nei libri di guerra i soldati parlavano un
inglese forbito e del tutto artificiale. Mailer invece fa dire ai suoi
soldati quello che i soldati dicono realmente, oscenità, bestemmie,
insulti, lamentele.
La vicenda
non è altro che il resoconto di un’azione bellica, la conquista
dell’isola di Anopopei, raccontata dallo sbarco degli Americani fino
alla sconfitta dei Giapponesi, passando attraverso la disperata
ricognizione di un manipolo di uomini tra le aspre montagne dell’isola
alle spalle delle linee giapponesi, e che costituisce il cuore pulsante
del romanzo. Tutto sommato una storia banale, una di quelle viste mille
volte nei film di guerra, eppure Mailer si dimostra al suo esordio già
un narratore di razza perché la sua rappresentazione di un plotone
dell’esercito ha la forza di diventare lo specchio della società
americana, con tutti i suoi umori.
Per certi
versi viene in mente “Ombre rosse” il famoso film western di John Ford,
con i passeggeri della diligenza costretti a fronteggiare l’assalto
degli Indiani e che in una situazione drammatica tirano fuori la loro
vera personalità, nel bene e nel male. Qui il plotone al centro
dell’azione con il suo campionario di umanità diventa un microcosmo
dell’America. Ecco allora il freddo generale Cummings dominato
dall’avidità di comando, il tenente Hearns incerto intellettuale liberal,
il duro sergente Croft tutto forza di volontà, l’irlandese Gallagher
cresciuto negli slums di Boston, il messicano del Texas Martinez,
l’ebreo Goldstein, il debole Roth. Storie e personalità diverse che però
si trovano di fronte alla guerra, la prova suprema in cui gli individui
verificano se stessi e i valori in cui credono o dicono di credere. La
guerra, proprio per la sua drammaticità, mette tutti con le spalle al
muro e dice a ognuno chi è veramente.
Un romanzo
che è una critica alla guerra, all’esercito e più in generale
all’America, ma che è anche, e soprattutto, una grande metafora, della
vita. Con le sue tragedie e i suoi drammi, ma anche con i suoi momenti
di pietà e di affetto, in cui il bene e il male non sono mai due entità
separate ma vivono in simbiosi, uno a fianco dell’altro, dentro ognuno
di noi e con i quali dobbiamo fare i conti tutti i giorni.
Silvano Calzini
Ti piacciono queste pagine? Vuoi sostenere
L'ISTRICE, questo spazio on line tutto e sempre dalla parte della cultura? Puoi farlo
acquistando contrassegno i libri
Simonelli Editore
(basta una
e-mail) oppure, direttamente on line, i
SeBook, i SimonellielectronicBook,
l'Economica On Line.
|