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LE PRIME DUE PAGINE DI...

«Semi di senape» di BRUNELLA LOTTERO


Il nostro treno parte fra poco, alle cinque.
Papà ci accompagna alla stazione ma siccome odia gli addii, ci ha detto che questa volta non si fermerà per vederci andare via.
Saliamo sul treno, che sembra uguale a quello di tutti gli altri anni, cerchiamo i numeri del nostro vagone, papà mi abbraccia, dicendomi di fare la brava (come se io non lo fossi già abbastanza...), bacia la mamma sulla fronte e lei, come al solito, comincia a piangere.
Papà scende dal treno e scappa via.
Provo ad abbassare i finestrini di questa carrozza, per vederlo ancora e fargli ciao con la manina, ma è come se qualcuno li avessi incollati uno ad uno.
La mamma si siede, fra le lacrime, vicino al finestrino, con un libro (capovolto) fra le mani e gli occhiali scuri.

Caro diario, la mamma dice che la mia sorellina è morta ma io non ci credo. Intanto perché, secondo me, non si muore mai e poi perché io l’ho sognata, la mia sorellina, proprio ieri notte e lei mi ha raccontato per filo e per segno cosa è successo davvero.
Adesso te lo racconto, tanto con i grandi è inutile parlare: la mamma, quando non fa finta di leggere, ha gli occhi fissi nel vuoto, fuma in continuazione e quando parla, se parla, dice cose senza né capo né coda.
Papà, invece, ha smesso di parlare e basta.
La mia sorellina, caro diario, si vedeva da principio che era diversa.
Lei è un angelo travestito da bambina, che è venuta a trovare me, la mamma e il papà soltanto per qualche anno, perché, come tutti gli angeli, è curiosa e ha scelto la nostra famiglia perché le stavamo simpatici, io soprattutto.
Ieri notte, nel sogno, mi ha detto che lo sapeva benissimo che si sarebbe fermata da noi poco tempo, anzi, lei avrebbe dovuto volare via appena qualche mese dopo la sua nascita, ma nel frattempo si era così tanto affezionata a noi, a me in particolare, che ha chiesto di rimanere qui ancora qualche annetto, a patto però che se ne andasse in cielo a tre anni.
E così è successo.

Caro diario, la mia sorellina non è una bambina normale, come tutte le altre intendo dire, che poteva andare all’asilo, a scuola, fare i compiti eccetera, come se niente fosse.
No, caro diario, per lei avrebbero dovuto inventare qualcosa di speciale perché lei è speciale. Intanto è bellissima, naturalmente mi somiglia perché ha gli occhi grandi grandi, solo che i suoi sono color nocciola, mentre i miei sono grandi uguali ma verdi. Ha anche il nasetto all’insù, che io invece non ho perché, nel naso (purtroppo) assomiglio un po’ di più a papà, e il sorriso pieno di luce, irresistibile per tutti, anche per Dio, scommetto.
Ieri sera, nel sogno, mi ha detto che lassù, in cielo o dio solo sa dove, sono tutti felicissimi, allegri e contenti che lei, finalmente, sia ritornata a casa.
Beata lei!, io quaggiù invece, da questa parte del mondo, una tristezza così non pensavo nemmeno che potesse esistere.
Caro diario, io, per la verità, non sono così triste, un pochino sì, perché la mia sorellina la vedo, adesso, soltanto quando vado a nanna, mentre prima passavamo insieme tutti i pomeriggi, quando tornavo da scuola.
Lei era quasi sempre allegra, tranne qualche volta che sembrava così lontana e malinconica...
Quando sorrideva, mi sembrava che qualunque cosa brutta sparisse dalla mia giornata, scacciata dal suo sorriso da angelo.
Può darsi che ogni tanto fosse così malinconica perché aveva nostalgia dei suoi amichetti angeli, o forse uno di loro le aveva detto che il suo tempo qui sulla terra stava per scadere e lei era un poco dispiaciuta di lasciare noi tutti, me in particolare, perché in fondo io sono una sorella come si deve, che tutte le bambine (e anche i bambini) vorrebbero sicuramente avere.
Chissà quante nuove sorelline ha adesso, ma sono sicura che anche se è circondata da tanti angeli, sorelle e fratelli, mamme e papà, nonni, zie eccetera, mi pensa sempre e di certo non mi dimentica e quando sarò tanto vecchia, stanca, e avrò vissuto una vita bellissima dopo aver fatto il veterinario, forse lo scienziato, l’astronauta o magari la maestra, ma non è detto perché non lo so ancora, dicevo che quando sarò vecchissima e mi sarò stancata di questa terra, chiederò a mia sorella di venirmi a prendere e lei arriverà di sicuro, accompagnata da qualche angelo molto simpatico e (speriamo) bellissimo.
Caro diario, la mia sorellina non è, come la maggior parte delle sue coetanee, appiccicosa, anzi... Se io non ho voglia di giocare con lei, per esempio, perché devo fare una quintalata di compiti, mia sorella mi lascia in pace, non mi chiede né di raccontarle la storia di Cappuccetto Rosso, che ama più di ogni altra, né quella dell’Orco che mangia i bambini, che le piace moltissimo, specialmente quando l’orco gira per la città armato di coltello e forchetta e i bambini, terrorizzati, si nascondono nelle cantine per non essere mangiati... no, Adelinda non mi chiede di raccontarle né la storia dell’orco né quella del lupo però mi sta vicino, perché sa che a me non piace (io odio) stare da sola nella nostra stanza.

...CONTINUA
IN «SEMI DI SENAPE»
di BRUNELLA LOTTERO
Simonelli Editore, pp.228, Euro 12,91